Lampedusa un anno dopo: lacrime, abbracci
Lampedusa un anno dopo: lacrime, abbracci ma anche le proteste degli abitanti dell’isola
Il ricordo delle vittime e l’attaco ai politici: «Basta passerelle»
LAMPEDUSA – «God is love», «Henrick rip», «You are always in my heart»: sono le scritte che i sopravvissuti al naufragio del 3 ottobre dell’anno scorso hanno realizzato sui cubi frangiflutti del molo di Lampedusa, lo stesso dove l’anno scorso furono adagiati i cadaveri di 366 loro compagni di viaggio. L’iniziativa, la prima di una serie organizzata per la giornata dal Comitato 3 ottobre, è stata condivisa con i ragazzi del liceo di Lampedusa, che hanno aiutato i migranti a dipingere i cubi sul molo. Lacrime e abbracci tra i sopravvissuti, molti dei quali, alla vista di quel molo, sono scoppiati in un pianto dirotto. Ma a Lampedusa oggi non è solo il giorno del ricordo e della commozione. Un gruppo di giovani lampedusani ha infatti dato vita anche a una manifestazione di protesta davanti all’ingresso dell’aeroporto di Lampedusa, dove stava per cominciare la commemorazione ufficiale delle vittime alle presenza – tra gli altri – del presidente della Camera, Laura Boldrini, del ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e del presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz. I manifestanti hanno issato cartelli contro il governo e le scelte fatte sull’isola. «Commemorate i morti e ingabbiate i vivi» è scritto su un cartello; «Ogni giorno è il 3 ottobre»; «No a Lampedusa caserma a cielo aperto»; «No Nato, più scuole, no Ue, meno caserme». In particolare i manifestanti hanno contestato la decisione di riaprire il centro di accoglienza e l’installazione di nuovi radar a Lampedusa. Le proteste hanno preso di mira anche il magnate Soros, che avrebbe finanziato parte del Festival Sabir, organizzato dall’Arci proprio in questi giorni sull’isola per commemorare le vittime e contestato da alcuni abitanti dell’Isola. Anche al Porto Vecchio i lampedusani hanno inscenato una protesta, mettendo cartelli contro il governo e il sindaco, proprio di fronte all’ingresso del molo Favarolo, quello dove arrivano i migranti. «L’economia è in ginocchio – dicono – e i diritti dei lampedusani sono sempre negati». Inoltre, anche alcuni dei soccorritori che il 3 ottobre 2013 salvarono decine di profughi dall’annegamento, hanno disertato le commemorazioni previste per oggi, bollate come una “farsa” e una “passerella politica”. Uno dei principali bersagli della protesta è stato il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz. «Questa è una pagliacciata, i colpevoli siete voi, siete voi gli assassini» ha gridato un militante di un centro sociale durante il suo intervento. Essere oggi a Lampedusa – ha replicato il ministro Mogherini – «non è una pagliacciata, ma un nostro preciso dovere politico, morale e istituzionale». E ha aggiunto: «Che ci sia l’Ue qui non è per niente banale, è il segno di un impegno che c’è stato e che continuerà. Questo è un segnale politico importante». E Schulz ha colto l’occasion per un pubblico mea culpa dell’Europa: «La tragedia di Lampedusa – ha detto – è una macchia sulla nostra coscienza di europei». dopo la conferenza in aeroporto, le autorità e i sopravvissuti della strage sin sono trasferiti a bordo di motovedette davanti allo specchio d’acqua dell’Isola dei Conigli per la deposizione della corona di fiori e di un quadro firmato dai supestiti sul luogo del naufragio, dove è stato osservato il silenzio e sono state fatte suonare tre volte le sirene in segno di lutto.