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La visita di Musumeci negli States per attrarre investimenti in Sicilia: «E’ il momento giusto»

Di Redazione |

PALERMO – «Bilancio positivo della visita ufficiale negli Stati Uniti del presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci». Agenda fitta di appuntamenti quella che ha visto il governatore dell’Isola per tre giorni impegnato in incontri con imprenditori e comunità siculo-americane a Brooklyn, a Long Island e nel New Jersey, dove è stato accolto dal governatore dello Stato Phil Murphy. “Calorosa manifestazione è stata riservata a Musumeci dagli aderenti alla Federazione Siciliani del Nord America, con alcune delegazioni provenienti anche dal Massachusetts, dal Connecticut e dal Texas- si legge in una nota- Musumeci ha pure partecipato alle celebrazioni della Giornata della memoria, nella sede del consolato italiano di New York, ospite del console generale Francesco Genuardi, in ricordo degli ebrei italiani deportati nei campi di sterminio. Un momento di raccoglimento anche a Ground zero, per ricordare le migliaia di vittime degli attentati dell’undici settembre del 2001 alle Torri gemelle”. Nella sua missione statunitense, il presidente Musumeci era accompagnato dall’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano e dal direttore dell’Irfis Giulio Guagliano.

“La percezione all’estero della nostra Isola – evidenzia il governatore siciliano – è notevolmente migliorata, senza più pregiudizi e luoghi comuni, a beneficio del nostro patrimonio culturale, delle bellezze paesaggistiche e del nostro stile di vita. Su questo aspetto il mio governo lavora con impegno costante per valorizzare al meglio il legame antico con la comunità siculo-americana. Tra Sicilia e Stati Uniti esiste un antico e profondo rapporto di amicizia che nasce dalla presenza Oltreoceano di un’altissima percentuale di italo-americani di origine siciliana, che oggi sono i migliori ambasciatori delle bellezze della nostra terra e dei suoi prodotti”.

La principale missione della trasferta di Musumeci negli Usa è stata la presentazione delle nuove opportunità di investimento in Sicilia, grazie anche alle Zone economiche speciali di prossima attivazione nell’Isola e la promozione di potenziali occasioni di sviluppo, in termini di investimenti, collaborazioni con scambi di carattere culturale e commerciali.

«Da parte del mio governo – ha ripetuto il presidente della Regione – c’è la volontà di far cambiare passo per accelerare la crescita sotto tutti i punti di vista della nostra terra. Il fatto che il New York Times, dopo il Forbes, abbia inserito la Sicilia tra le destinazioni da visitare nel 2020, è un buon auspicio». E proprio nella sede americana dell’Ice, l’Istituto italiano per il commercio estero – alla presenza del direttore Antonino La Spina e del console generale Francesco Genuardi – sono state illustrate a decine di aziende d’Oltreoceano i benefici e le potenzialità delle Zes.

«Abbiamo voluto presentare – sottolinea il governatore – una Sicilia nuova, dove la legalità è patrimonio di tutti e dove è possibile fare impresa, oggi, come mai nel passato. Abbiamo iniziato il nostro giro di consultazione con gli imprenditori dagli Usa e lo proseguiremo in Australia, in Canada, in Sud America e in altri Stati europei. Siamo convinti che oggi l’Isola possa essere un naturale luogo di investimento». La Regione Siciliana nel 2018 ha esportato negli Stati Uniti prodotti e servizi per circa 680 milioni di euro, riportando un valore superiore all’anno precedente del 37 per cento. Per quanto riguarda i settori regionali, gli Usa sono il primo mercato per l’agroalimentare siciliano, con prospettive incoraggianti. Il 2018 si è chiuso con un +18% per l’export regionale (98 milioni di euro) e il dato parziale disponibile al 2019 riporta un ulteriore +18% sul dato dell’anno precedente.

«Gli Usa – prosegue Musumeci – rappresentano uno dei mercati più importanti del mondo da diversi punti di vista. Da un lato, come riferimento per le esportazioni, ma anche come bacino per attrarre investimenti, nonché un esempio di innovazione nel business con particolare riferimento alle start-up innovative. Le recenti tensioni protezionistiche, che hanno portato gli Stati uniti d’America ad aumentare i dazi nei confronti di alcuni prodotti e di alcuni Paesi, inducono ancora di più a spingere verso questo mercato, supportando le imprese anche con azioni di accompagnamento istituzionali».

La Sicilia, attualmente, è al secondo posto tra le regioni esportatrici del Mezzogiorno e al decimo su scala nazionale. La Regione è impegnata in percorsi di internazionalizzazione, sia con i Fondi strutturali che con risorse regionali, anche in collaborazione con le istituzioni nazionali. Musumeci ha parlato anche, alla School of visual art, all’Italian export forum, che ha visto la partecipazione di aziende siciliane dell’ortofrutta, sale e conserve, pasta e farine, succhi di frutta, vini e olio e della logistica. Un momento di incontro tra la tradizione italiana e l’innovazione americana al quale erano presenti, tra gli altri: il presidente del Forum, Lorenzo Zurino; il presidente delle società Maccarese e Cirio, Andrea Benetton, tra le più importanti imprese agricole e zootecniche italiane con più di quattromila ettari di terreno di proprietà, quasi settemila capi bovini frisoni e con una produzione di quaranta milioni di litri di latte di alta qualità che le collocano al vertice produttivo sia nazionale che europeo; il presidente di Colavita Usa, Giovanni Colavita, brand italiano che ha fatto conoscere l’olio extra vergine di oliva made in Italy nel mercato americano; il vicepresidente di Ace Endico Corp, Micheal M. Endico, il più grande distributore di food made in Italy delle contee di Westchester e Putnam; del consigliere delegato di Kkr, Monica Mandelli, una delle maggiori società di investimenti internazionali e vicepresidente di Endeavor Italy; del direttore del Centro alta formazione e lavoro e docente di marketing alla John Cabot University, Antonella Salvatore; Gianfranco Sorrentino, presidente del Gruppo italiano, una organizzazione no-profit di operatori e studiosi che lavorano con ristoratori, produttori, importatori e distributori per promuovere la vera cucina italiana negli Stati uniti; Rocco Totino, socio dello Studio Grassi, una delle più grandi società di contabilità americana e una delle principali organizzazioni di servizi professionali specializzata in servizi di revisione contabile, fiscale, tecnologica e di consulenza aziendale; il cofondatore e partner de “Your Italian Hub”, Francesca Di Matteo, che racconta l’Italia e gli italiani agli americani.

“Le statistiche – ha aggiunto il governatore siciliano – ci dicono che dal 2018 ad oggi l’export dalla nostra regione verso gli Stati Uniti è in costante crescita e premia soprattutto il settore agroalimentare. Un ambito che, grazie anche all’intelligenza di molti produttori locali che hanno saputo ben promuovere i loro prodotti, ha fatto da volano anche per il turismo enogastronomico e culturale. Gli americani associano l’Italia allo stile di vita sano e mediterraneo e ai prodotti del fashion e design di lusso. Per la Regione Siciliana è importante rappresentare il ruolo che ricopre all’interno del prodotto agroalimentare nazionale. Sempre più sono riconoscibili i vini siciliani, anche per le azioni promozionali degli stessi produttori, l’olio extravergine di oliva, i prodotti biologici, solo per citarne alcuni. L’apertura delle cantine all’enoturismo, i tanti siti Unesco della nostra Isola, l’alta percentuale di italo-americani di origine siciliana fanno sì che è migliorata la percezione della Sicilia e del prodotto regionale, tanto che diverse testate giornalistiche sempre più indicano la Sicilia come una terra bellissima da visitare”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA