«La storia di Agrigento non comincia con i Greci e finisce con i Romani»

Di Redazione / 09 Aprile 2015

È polemica tra Legambiente e la soprintendente di Agrigento. Al centro del contendere c’è l’intervento per salvare la Porta dei Saccajoli e le altre porte resti delle mura chiaramontane. Il presidente regionale dell’associazione ambientalista Mimmo Fontana e il presidente del circolo di Agrigento Claudia Casa si ono infatti detti «basiti» della risposta che la soprintendente di Agrigento Caterina Greco ha dato alla loro richiesta di un intervento immediato per evitare un probabile crollo. Il capo degli uffici che tutelano i beni culturali agrigentini ha infatti spiegato che servono 50 mila euro che però la Soprintendenza non ha e che dunque serve una sorta di colletta.

 

«Apprendiamo – hanno scritto Mimmo Fontana e Claudia Casa – che occorrerebbero circa 50 mila euro per un recupero completo e, nonostante l’esiguità della somma, le istituzioni pubbliche titolate ad intervenire non sono in grado di recuperarle e chiedono aiuto alla società civile, auspicando una colletta organizzata da Legambiente. Un po’ come dire: “Hai sollevato il problema? Ora risolvilo tu”. Abbiamo pensato ad un pesce di Aprile anticipato anche perché la Soprintendenza ha chiarito – volendo tranquillizzare gli eventuali mecenati – che il costo del progetto, già in parte redatto, non graverà sulla operazione di raccolta fondi, perché sarà messo a disposizione gratuitamente. Un po’ come dire: Partecipo anche “io” alla colletta, non ci tiriamo indietro. Davvero queste testimonianze medievali della città, il cui recupero costerebbe alle casse pubbliche 50 mila euro, non possono accedere alle voci di spesa ordinarie della Soprintendenza? Questa risposta ci dà motivo di pensare che per la Soprintendenza la storia di Agrigento inizia dai Greci e finisce coi Romani, per cui la tutela e la valorizzazione delle testimonianze storiche e culturali delle epoche successive rischiano di rappresentare un “pericoloso concorrente” nella divisione delle risorse da spendere per queste finalità. Questo poteva essere comprensibile fino all’anno 2000, cioè prima dell’istituzione del Parco Della Valle dei Templi, ma adesso delle testimonianze del periodo classico si occupa l’Ente Parco, per cui la Soprintendenza potrebbe più agevolmente curare i beni culturali della città medievale. Non vorremmo ritrovarci nella posizione di quelli che potranno dire di essere stati facili profeti della perdita di queste fondamentali testimonianze e neanche di dover ricordare, a crollo avvenuto, che la risposta della Soprintendenza fu: fate una colletta».

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La soprintendente Caterina Grecoa alcune settimane fa aveva spiegato che il suo ufficio si era attivata «producendo le schede progettuali per accedere ai finanziamenti Po-Fesr 2014/2020 per un più ampio progetto, chiamato ‘Girgenti’ e che prevede un più ampio recupero del centro storico di Agrigento e le sue testimonianze medievali. Ma anche se vi fossero i fondi per tutti i progetti le risorse non sarebbero operative prima di uno, due anni. Troppo tardi per salvare le mura chiaramontane, per tamponare l’emergenza». «Penso – ha aggiunto la soprintendente – che in un momento come questo sia necessario ripensare complessivamente il sistema puntando su una partecipazione diffusa e dal basso. Penso ad esempio ad una iniziativa di crowdfunding che venga promossa proprio da Legambiente e dal mondo delle associazionismo che possa consentire di recuperare le somme necessarie quantomeno per tamponare l’emergenza. Noi faremo la nostra parte sostenendo l’onere della progettazione a titolo gratuito, che possiamo garantire sarà approntata in tempi brevissimi anche considerando che in parte è già in corso. La forma del crowdfunding credo sia da preferire ad esempio a quella della sponsorizzazione, perché più snella. Per farlo, però, è necessario che tutti facciano la propria parte e si inizi a guardare ai beni culturali come ad un patrimonio comune».

 

La Porta dei Saccajoli era già stata «curata» dal comitato civico di «AgireInsieme» fondato dall’imprenditore Salvatore Moncada che aveva reperito i fondi per puntellarla e di fatto impedirne il crollo.

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