ROMA – A dieci giorni dalla riapertura dell’anno scolastico si calcola che sono più di 400 gli istituti già colpiti da almeno un caso di Coronavirus e 75 sono stati chiusi. Sono dati non ufficiali ma messi a punto da un giovane ricercatore e uno studente universitario -Vittorio Nicoletta e Lorenzo Ruffino – che hanno raccolto in un database tutte le notizie riguardanti le riaperture della scuole e le ordinanze dei sindaci.
In cima per scuole colpite ci sono la Lombardia ( 84), l’Emilia Romagna (60), la Toscana (50) e il Lazio (38). E poi il Piemonte (29) e il Veneto (24). Tra le grandi città la più in difficoltà è Roma, con 19 scuole coinvolte, poi Bologna con 14, a Milano sono 13 e a Palermo 10.
«L’anno scolastico è ripartito ma le difficoltà non mancheranno, perché la strada è ancora lunga e piena di insidie. Per proteggere la Scuola servirà molta responsabilità, da parte di tutti. Dentro ma soprattutto fuori dalle nostre scuole», ha ricordato la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina.
Mentre il ministero della Salute in una nuova circolare ha riassunto le linee guida per la scuola in caso di positività al Coronavirus per alunni ed operatori scolastici: va fatto subito il tampone senza il quale non si torna in classe dopo una assenza per sintomi sospetti e se il test risulta positivo per il rientro bisognerà effettuare due tamponi e il certificato medico. Il ministero dell’Istruzione, visto anche il peggioramento dei contagi, ha chiesto ai presidi di rilevare settimanalmente la situazione nei loro istituti, con un aggiornamento settimanale, «per assumere adeguate decisioni e porre in essere tutte le azioni necessarie alla gestione di eventuali criticità».
In alcune scuole si cominciano a provare i test ad alunni e docenti, come successo ad Anguillara, comune alle porte di Roma. Un esperimento che sarà replicato anche in altri istituti del Lazio. E il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato nei giorni scorsi che i test rapidi per l’individuazione dei positivi al virus arriveranno a breve nelle scuole. «Tendenzialmente, il test antigenico rapido utilizzato attualmente negli aeroporti potrebbe essere quello più adatto ad essere impiegato nelle scuole», ha detto anche Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e componente del Cts.
Intanto ieri sono tornati in piazza i sindacati di base della scuola e sit in e flash mob sono stati organizzati in varie città italiane anche dagli studenti. «Ancora in questi giorni, dopo mesi di didattica a distanza, il governo non ha voluto predisporre un vero ritorno tra i banchi in sicurezza, esponendo migliaia di studenti e lavoratori della scuola a rischi considerevoli e andando a ledere il diritto allo studio.In moltissime scuole mancano banchi, personale e le misure di sicurezza minime, al punto che già decine di istituti sono dovuti tornare a fare didattica a distanza», ha detto Flavia Lepizzera, della FGC.
Oggi è attesa invece a Piazza del Popolo a Roma la manifestazione indetta dal comitato Priorità alla scuola alla quale aderiranno Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda e i Cobas. Per chiedere «una scuola che garantisca sicurezza, presenza e continuità, nella quale la didattica a distanza sia esclusivamente uno strumento emergenziale», domani arriveranno a Roma da 30 città italiane studenti, studentesse, docenti, educatori, educatrici e genitori, ha annunciato la Flg Cgil. Sul palco si alterneranno molti interventi e ci sarà anche la musica dal vivo della storica band «Assalti Frontali» e della cantautrice olandese Merel Van Dijk. Durante la manifestazione – hanno assicurato gli organizzatori – sarà garantita la massima sicurezza: la piazza sarà transennata, ci saranno quattro ingressi (due dalla parte di piazzale Flaminio e due da via del Corso). Si entrerà uno per volta dopo essere passati al termo-scanner per rilevare la temperatura e indossando la mascherina.