Settantasei anni e non sentirli. Perché cosa sono settansei anni, cos’è il tempo, per un giornale se non lo specchio di un impegno che non muta mentre tutto intorno cambia con una velocità sempre maggiore, quasi che il mondo fosse una palla pazza? Così è per questa testata che oggi celebra i suoi primi settantesei anni.
15 marzo 1945-15 marzo 2021: in mezzo c’è stato di tutto, ci sono stati tutti i colori della cronaca che abbiamo raccontato sulle nostre pagine, c’è stata una Sicilia bella e brutta, mai banale, metafora senza confini di vizi e virtù dell’Uomo. Tra l’inizio e il presente della nostra storia c’è soprattutto un’ambizione, una vocazione che giorno dopo giorno ci proietta avanti, verso un orizzonte futuro, verso altre date, chissà quante. Essere voce del territorio, essere La Sicilia per la Sicilia, interprete e sponda di chi a questa terra vuole davvero bene, lavorando e denunciando per migliorarla, nella complessità di un contesto che stride con la bellezza dei luoghi e con la maestosità dei lasciti della Storia, tra degrado e povertà prodotti da mafia e mafiosità.
Settantasei anni in edicola sono una sfida sempre uguale eppure sempre diversa, che ritorna ogni giorno, ché chiusa un’edizione se ne comincia un’altra. Anzi, al tempo di internet proprio non si chiude un’edizione, si resta “sul pezzo” praticamente h24 sulle diverse piattaforme: il cartaceo, certo, e poi il sito, che a breve vivrà una rivoluzione chiesta dai tempi, i social, l’interazione con i lettori, i followers, senza rincorrere facili like, ma offrendo credibilità, autorevolezza all’informazione che offriamo, quale che sia il mezzo.
È questa l’eredità immateriale che abbiamo ricevuto da quei ragazzi che s’affacciavano curiosi di tutto – non soltanto di questa dannatamente affascinante professione – nella pioneristica redazione di via Santa Maria del Rosario, degli altri che li seguirono in viale Odorico da Pordenone e di noi che qui li trovammo, loro già svezzati dalla vita che ci raccontavano aneddoti (im)probabili e noi che stavamo ad ascoltarli, fosse pure per ritagliarci una fettina di mestiere.
Linotype e pc, bianco/nero e colore, lenzuolo e tabloid, successi e sconfitte, scoop e bucature, errori e refusi, amicizie e rivalità, veleni e riconoscimenti, ricordi e nostalgia (ciao, Tony).
‘U giunnali, noi e voi, praticamente una grande famiglia.