La pornostar, il sesso e i ricatti ai Vip: chieste due condanne

Di Redazione / 01 Luglio 2014

MARSALA – La condanna a due anni di carcere ciascuno è stata invocata dal pm Giulia D’Alessandro per Giuseppe Aleci, 38 anni, di Marsala, presidente e direttore commerciale della «Imart Edizioni», e per Gaspare Richichi, 30 anni, di Bagheria (Pa), direttore editoriale della stessa casa editrice, imputati, davanti al giudice monocratico di Marsala Roberto Riggio, con l’accusa di tentata estorsione in danno di alcuni Vip. Aleci e Richichi sono accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo che sarebbero stati clienti o conoscenti della sexy star Lea Di Leo (vero nome Sonia Faccio).
A costoro sarebbero state chieste somme di denaro (da 10 a 40 mila euro) per depennare i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali dal libro autobiografico scritto dalla Di Leo che la «Imart» avrebbe dovuto stampare.
Input per l’inchiesta, condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza presso la Procura di Marsala, fu un servizio del programma televisivo di Italia1 «Le Iene». Parti lese individuate dagli inquirenti sono state l’attore Matteo Branciamore, noto per il telefilm «I Cesaroni», l’unico a costituirsi parte civile e il cui legale ha chiesto un risarcimento danni provvisionale di 20 mila euro, l’autore-regista di «Mediaset» Giorgio John Squarcia («Scherzi a parte»), il rugbista Denis Dallan (Isola dei Famosi) e i calciatori Reginaldo, Fabio Galante e Francesco Battaglia.
Nel corso del processo, Lea Di Leo ha confermato che tra le personalità citate nella bozza del suo libro, mai pubblicato, figurava anche l’ex vice ministro dell’Economia Mario Baldassarre.

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