Si avvia a conclusione, con una richiesta di archiviazione, l’inchiesta della procura di Roma sul caso di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano rapito in Pakistan nel 2012 e ucciso nel gennaio 2015 da un razzo sparato da un drone della Cia contro un covo di Al Qaida, non lontano dal confine afghano. Nello stesso raid morì anche un altro ostaggio, l’americano Warren Weinstein, che era stato rapito nel 2011.
Il caso di Lo Porto, palermitano di 37 anni, è stato oggetto di una donazione ai familiari di un milione e 185 mila euro da parte degli Stati Uniti. Non un’assunzione di responsabilità, è stato specificato, ma una concessione «di favore». A rendere noto la morte del cooperante italiano, nell’aprile dello scorso anno, fu il presidente degli Stati Uniti Barak Obama il quale chiese scusa alla famiglia.