La giovane arte degli infioratori di Noto

Di Ottavio Gintoli / 20 Maggio 2017

E’ tempo di Infiorata a Noto. Comincia venerdì 19 maggio il lungo weekend per la 38a edizione della festa di primavera diventata ormai evento internazionale, tanto da essere dedicata ogni anno a un Paese straniero. Quest’anno è toccato al Principato di Monaco: il principe Alberto non è atteso a Noto, città di cui è anche cittadino onorario, ma seguirà con interesse quello che succede su quella via Nicolaci che ha percorso il 30 settembre accanto al sindaco Corrado Bonfanti prima della cerimonia di conferimento. Riflettori puntati su via Nicolaci, dove gli infioratori netini realizzeranno i 16 bozzetti dedicati al Principato di Monaco.

Lunedì e martedì hanno riportato a terra i disegni che domani notte prenderanno forma, colore e profumo. Ci vorranno quasi 12 ore per la trasformazione di via Nicolaci: si comincia alle 17 domani e via fino a tarda notte e alle prime luci dell’alba, col sole pronto a illuminare il tappeto colorato in attesa dei primi visitatori. Il weekend sarà arricchito da una lunga serie di eventi collaterali difficili da sintetizzare. L’unico che forse ci è riuscito è stato il sindaco Corrado Bonfanti il quale ha condensato lo spirito dell’iniziativa in «Venire a Noto per vivere un sogno». Dal sito istituzionale del Comune di Noto (www.comune.noto.sr.it) si può scaricare il pdf della brochure con l’intero programma della manifestazione.

A proposito di infioratori, molti di loro sono giovani. L’Infiorata, l’evento più importante per Noto che avrà il suo clou davenerdì 19 a domenica 21 maggio, è anche il segno dei tempi che cambiano e che raccontano la storia di tante generazioni che nel tempo si sono alternate lungo via Nicolaci per realizzare i bozzetti infiorati. Dalla prima edizione sono passati 37 lunghi anni (la prima è datata 10 e 11 maggio 1980) e quel modo di fare arte decorando coi fiori spesso lo si impara si da piccoli.
C’è chi ha cominciato già quando stava nella pancia della mamma a respirare l’aria dell’Infiorata, ma c’è anche chi dall’Infiorata è attratto e finisce per realizzarla anche se di fatto con Noto ci ha avuto ancora poco a che fare. L’Infiorata è di tutti ma è soprattutto di chi si impegna per realizzarla passando anche più di 10 ore sdraiato a terra a curare i dettagli, a sistemare quel petalo che non va o quel pezzetto di torba venuto un po’ troppo alto rispetto al resto del disegno.
Tra questi molti sono giovani e dietro ciascuno di loro si nasconde una storia diversa su come e perché ogni terzo venerdì di maggio si ritrovino con le ginocchiere addosso e le mani sporche di terra.

Per esempio la storia di Maria Pia Lombardo è quella tipica di una ragazza di quasi 23 anni che ha ben salde nel cuore le sue radici, ma che per studiare è stata costretta a trasferirsi al Nord. Probabilmente mentre leggete quest’articolo sarà al check-in in aeroporto per raggiungere Noto, perché l’appuntamento di domani sera non si può perdere. Un appuntamento che per lei si ripete da anni, nato quasi per caso. «Avevo 7 anni quando per la prima volta mi sono avvicinata all’associazione Maestri Infioratori – racconta Maria Pia prima di scappare a una delle ultime lezioni prima della partenza – e da li è cominciata la mia storia d’amore con l’Infiorata. Prima tagliavo solo i fiori, poi pian piano ho cominciato a maneggiare la torba fino a quando ho cominciato a lavorare la sabbia e i fiori. L’Infiorata è un appuntamento a cui cerco di non mancare mai, anche perché quando arrivo su via Nicolaci è come se si aprisse il libro dei ricordi. E allora ripenso all’edizione dedicata a Walt Disney in cui prendemmo spunto dalla storia di Biancaneve. Ripenso anche a quella del 2013 dedicata al Giappone: da lì a poco avrei affrontato l’esame di maturità e mi sembra di rivivere quelle emozioni».

Se Maria Pia a Noto c’è nata e cresciuta, quest’anno tra i 16 bozzetti che saranno realizzati ce n’è uno che porta la firma di un giovane di Militello val di Catania. Si chiama Flavio Russotto ed ha appena compiuto 22 anni. «E’ nato tutto per scherzo – racconta – perché prima ho partecipato a Scuolainfiore (l’Infiorata dedicata alle scuole) e poi all’Infiorata vera e propria. Ho sempre visto quest’evento come qualcosa di curioso a cui è difficile approcciarsi se non se ne comprendono i tanti segreti. Non esistono momenti semplici nella realizzazione di un bozzetto perché quando pensi a come dovrebbe essere sull’asfalto di via Nicolaci devi sempre ricordarti i materiali naturali che puoi usare e che colori la natura di più offrire».

Flavio Russotto

Non solo giovani ma anche giovanissimi domani sera all’opera. Tra questi c’è un figlio d’arte: Vincenzo Bufalino ha soli 10 anni e sua mamma Oriana Montineri è la presidente dell’associazione Maestri Infioratori. Vincenzo non ne vuole sapere di lasciarla sola e quindi ha deciso di darsi da fare. «Ho già cominciato a modellare la torba – dice contento – e disegno i contorni delle figure». E se arriva il sonno? «Mi addormento – confessa – per qualche ora ma poi mi risveglio prima della foto con l’opera conclusa».
Spirito di adattamento? No. Voglia di imparare e portare avanti le tradizioni.

Vincenzo Bufalino

ottaviogintoli@gmail.com

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Redazione
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