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La fiera dell'ipocrisia attorno alle discoteche

La fiera dell’ipocrisia attorno alle discoteche

Di Antonello Piraneo |

Puntuale come l’avvistamento di uno squalo giusto a pochi metri dalla battigia e di una Naomi Campbell proprio in quel bar delle Eolie, nel pieno dell’estate arriva anche il dibattito sui giovani e lo sballo, a corredo della tragedia di un ragazzo morto di ecstasy e alla conseguente chiusura per quattro mesi della discoteca in cui il povero sedicenne si sballava, il Cocoricò di Riccione, un locale che sta al popolo della notte come lo stadio di San Siro alla tribù del calcio.

Ed è un dibattito animato da tutti, ministri dell’Interno che fingono di possedere la bacchetta magica dell’immancabile task force, dj più o meno intellettuali che fingono di non sapere quel che accade nei pressi delle piste che riempiono con la loro musica (?!), improbabili associazioni che vorrebbero legioni di boy scout distribuire sane merendine davanti al Cocoricò di zona.

Francamente, la fiera dell’ipocrisia. Piuttosto, adesso che si annunciano i fine settimana più intensi della stagione, adesso che nelle famiglie medie con ragazza quindicenne al seguito sono in corso estenuanti trattative – “decidi: o resti fuori la notte di San Lorenzo o la notte di ferragosto” – va detto e ribadito che lo sballo, in quanto tale, non si regolamenta con un’ordinanza e che un ragazzo non si educa per decreto.

Certo, servono sanzioni efficaci per chi vende alcol ai minori come fossero le merendine di cui sopra e magari si gira dall’altra parte se nel bicchiere scivola qualcos’altro insieme all’intruglio spacciato per cocktail. E più controlli sono sempre un bene, pur sapendo che come non ci può essere un poliziotto per ogni tifoso – abbiamo già dato, grazie – alla stessa maniera non può esserci una divisa sotto ogni consolle.

Il nodo da sciogliere, allora, è a monte, sta nelle mura di casa. Rifuggendo da moralismi e “bacchettonismi” fuori del tempo, occorre calarsi dentro questo tempo e riavvolgere il nastro. Per dire che ci si può divertire anche senza superare la soglia dell’eccesso e che comunque questa soglia va nuovamente spostata e riportata più in là, facendola coincidere almeno con l’inconfessabile gusto del proibito, con il valico del non consentito, con la frontiera dell’essere fuori dalle regole.

Siccome da sempre c’è un’età giusta per ogni cosa, anche chi oggi è genitore in gioventù magari ha fumato e bevuto, ma nella consapevolezza di varcare la fatidica soglia. Senza – come dire – banalizzare la serata trasgressiva nella piazza, sugli scogli, nella casa al mare, nel garage. Una generazione che ha riso, ha saputo ridere, e pure pianto, saputo piangere, singhiozzando inebetita per chi si perdeva in un proprio Cocoricò mentale, senza uscita di sicurezza.

Oggi che tutto sembra dovuto – almeno fino a che non ci si affaccia alla vita vera, a quella dei sacrifici e del lavoro che non c’è – i ragazzi non diano per scontato pure questo, lo sballarsi soltanto perché cala la notte. Sappiano ancora arrossire di fronte alla possibile sfrontatezza della loro età. Abbiano la forza per farlo, incuranti dei sorrisi sfottenti di chi pensa di avere in pugno tutto, anche la propria vita, a prescindere. Poi, soltanto poi, entri in pista la task force del ministro.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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