La cultura è denaro, ma le città siciliane non investono e non guadagnano
La cultura è denaro, ma le città siciliane non investono e non guadagnano
Messina incassa zero euro, Catania 44 centesimi per abitante, Palermo 11 centesimi
Un po’ come se la Sicilia galleggiasse su un mare di petrolio che però viene lasciato lì, né sfruttato, né estratto. Questo mare è il mare della cultura per la quale i maggiori Comuni siciliani investono pochissimo e, soprattutto, guadagnano poco e in qualche caso niente. Lo dicono i dati elaborati da Openpolis, l’associazione che spulcia nelle pieghe dei bilanci delle amministrazioni pubbliche diventando una sorta di osservatorio civico della politica. E i dati dicono che i grandi Comuni italiani incassano pochissimo dalla cultura. Solo due città in Italia guadagnano più di 10 euro a cittadino: Padova e Verona. Poi c’è il vuoto, con otto tra le principali città italiane – comprese dunque Palermo, Catania e Messina – che incassano meno di un euro pro capite. Si tratta di introiti per le amministrazioni pubbliche che tecnicamente fanno parte delle entrate extra-tributarie e che sono realizzate grazie a manifestazioni o attività culturali. Verona, ad esempio, incassa 20,96 euro pro capite (in totale 5,5 milioni) mentre Padova arriva a 11,65 pro capite (2,5 milioni). Ma ad esempio Messina (insieme a Bari e Bologna) nel proprio bilancio alla voce Cultura hanno un significativo «zero euro». A Catania siamo a 44 centesimi per abitante mentre a Palermo siamo addirittura a 11 centesimo l’anno per abitante. Il nulla. Va detto che le città siciliane sono in buona compagnia perché oltre allo «zero» (un po’ a sorpresa) di Bologna, ci sono i 15 centesimi pro capite di Torino, i 47 cents di Genova e 1,64 euro di Roma. Verona e Padova hanno compreso – e da tempo – che investire sulla Cultura può diventare anche una ulteriore forma di finanziamento per il territorio. In Sicilia, evidentemente no, perché non è disarmante solo il dato relativo a quanto guadagnano i maggiori Comuni siciliani. È disarmante anche il dato dell’investimento nella cultura. Va detto che in Sicilia siamo in buona compagnia perché fra i 15 Comuni più popolosi d’Italia, il 93% investe sulla cultira meno di 100 a cittadino. Firenze, Trieste e Venezia, comandano la classifica, Bari, Napoli e Messina la chiudono. In mezzo – ma con cifre irrisorie – Palermo e Catania. Ma solo Firenze spende più di 100 euro per abitante, mentre Messina ad esempio ne spende 6 euro di Messina. La media tra i grandi comuni italiani è 53 euro per ogni cittadino. Le ultime tre in classifiche sono tutte del Sud: Bari nel 2012 spendeva 11,69 euro pro capite per la cultura, Napoli 7,64 euro e Messina, fanalino di coda, 6,60 euro. Sui due gradini più bassi del podio – dopo appunto Firenze con 114,17 euro – invece troviamo Venezia, con 83,33 euro, e Trieste, con 89,76. In cima alla classifica dei grandi Comuni italiani troviamo Firenze che nel 2012 spendeva per la cultura 114,17 euro per ogni cittadino. In Sicilia detto di Messina, Catania spende 17,51 euro per abitante mentre Palermo ne spende 15,81. Ma è un problema – paradossalmente – tutto italiano: secondo uno studio di Eurostat il nostro Paese (nel 2011) risulta essere ultimo in Europa per spesa pubblica dedicata alla cultura, solo l’1,1% del totale, rispetto a una media dell’Unione europea che è del 2,2%. twitter: @FabioRussello