La cometa verde che solca i cieli (anche) della Sicilia

Di Giuseppe Sperlinga / 10 Settembre 2018

Dopo sei anni e mezzo, torna a solcare i cieli la cometa Giacobini-Zinner (per gli astronomi, 21P/Giacobini-Zinner). L’ultimo suo passaggio avvenne l’11 febbraio 2012: è stata denominata la “cometa verde” per il suo bellissimo colore verde smeraldo, dovuto alla presenza nel nucleo di cianogeno, un composto chimico formato da due atomi di carbonio e altrettanti di azoto.

L’astro chiomato è già da un paio di mesi preso di mira dai binocoli e telescopi degli astrofili di tutto il mondo, ma è il mese di settembre, quando raggiunge il massimo del suo splendore (si stima che la sua luminosità è di settima magnitudine), il periodo migliore per tentare di ammirarlo e fotografarlo.

Si spera pure che la sua magnitudine apparente possa passare dalla settima alla sesta o addirittura alla quinta, perché così si renderebbe visibile anche a occhio nudo da un sito di osservazione privo da qualsiasi forma di inquinamento luminoso.

In altre parole, si potrebbe verificare ciò che accadde nel lontano 1946, quando la cometa giunta al perielio subì una serie di esplosioni che portarono la sua magnitudine dalla settima alla quinta e tutti poterono osservarla senza far ricorso a strumenti ottici.

La cometa Giacobini-Zinner ha un periodo orbitale di 6,6 anni e, a ogni passaggio, lascia dietro di sé frammenti e detriti spaziali che danno poi origine allo sciame meteorico delle Giacobinidi (note pure come Draconidi, perché il punto dal quale sembrano provenire tutte le scie è collocato nella testa della costellazione del Drago), la cui visibilità, nella notte tra il 7 e l’8 ottobre, sarà favorita dall’assenza del chiarore lunare.

Quello di quest’anno è il sedicesimo passaggio dalla sua scoperta, avvenuta il 20 dicembre 1900 a opera dell’astronomo francese Michel Giacobini dell’Osservatorio di Nizza e rintracciata, il 23 ottobre del 1913, da Ernst Zinner che scrutava il cielo a caccia di comete dall’Osservatorio bavarese di Bamberga.

La cometa viaggia nello spazio alla velocità di 23 km/s e, in queste ore, si sta avvicinando sempre di più alla Terra e, quindi, al Sole. La notte tra il 10 e l’11 settembre è il momento migliore per ammirare l’astro chiomato, perché la cometa si troverà al perielio, vale a dire a soli 58 milioni di chilometri dal nostro pianeta: sarà il passaggio più vicino alla Terra dal 14 settembre 1946, che sarà superato solo da quello previsto per il 18 settembre 2058.

A mano a mano che la cometa si avvicina al Sole diventerà sempre più luminosa, perché il calore della nostra stella diurna fa sublimare il nucleo cometario ghiacciato di due chilometri di diametro, da cui si forma una coda lunga 290mila chilometri.

L’orbita della cometa ha il suo punto più distante dal Sole (afelio) nei pressi dell’orbita di Giove e il suo periodo orbitale è di sei anni, quasi la metà di quello gioviano. Per tale motivo, si verificano ogni due orbite incontri ravvicinati tra la cometa e il gigantesco pianeta gassoso, che causa forti perturbazioni all’orbita della cometa, facendo cariare la distanza perielica. È ciò che si verificò nel 1898 quando, a seguito della perturbazione causata dall’incontro ravvicinato tra la cometa e Giove, si accorciò la distanza perielica da 1,22 UA a 0,93 UA (pari 43 milioni di chilometri), che a sua volta fu la causa di un aumento della quantità di energia trasmessa per irraggiamento dalla nostra stella diurna al nucleo cometario e, di conseguenza, della quantità di massa espulsa nello spazio.

Nuvole permettendo, dunque, dalla tarda serata di oggi tutti con gli occhi e binocoli o telescopi puntati verso il cielo, in direzione Est, a caccia della cometa verde.

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: astronomia cometa cultura Giacobini-Zinner