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Jim Tatano: «Con le lotte di potere tutta l’Italia è paese»

Lo scrittore nisseno parla del suo ultimo romanzo "La ragnatela del potere" edito da Bonfirraro Ambientato a Roma: «Nella mia Villalba come nella Capitale, ciò che si nasconde nel Paese Italia sono poteri opposti tra loro»

Di Roberto Mistretta |

Tornato da pochi mesi in libreria con La ragnatela del potere (Bonfirraro editore),  il 32enne scrittore di Villalba, Jim Tatano, cominciò già anni addietro a farsi notare, tant’è che ad Albenga lasciò la propria firma per i Fieui di caruggi, gli incontenibili amici della famosa associazione culturale ligure. «Tra le loro finalità – ricorda Tatano – vi è anche la promozione culturale. Ai personaggi che passano da Albenga chiedono di firmare una piastrella che poi viene incollata sul muro esterno della loro sede/cantina. Tra gli altri, vi figurano Antonio Ricci, Maurizio Crozza, Gerry Scotti». A quella iniziativa, E ghe mettu a firma, propedeutica alla presentazione del suo secondo libro Il mito della lanterna, (era il 10 dicembre del 2012), lo scrittore si sottopose volentieri: “La memoria, è lasciare un buon segno” scrisse.

jim tatano la ragnatela del potere

Da allora di buoni segni ne va lasciando un bel po’ nel non certo agevole percorso che s’è scelto. Sorvolando sul suo frequentato blog La Piazza di Villalba dove, sull’accoglienza ai migranti, lo scorso anno prese la stura una serrata polemica con l’amministrazione comunale, e sul suo continuo impegno per rinverdire la memoria dimenticata dello scrittore villalbese Michele Pantaleone – che non temeva di scrivere pagine di fuoco sul boss don Calò Vizzini -, Jim Tatano si ritrova appieno nella scrittura di più ampio respiro come nel suo ultimo romanzo.La ragnatela del potere ambientato nella Capitale, si apre con un prologo d’atmosfera degno del miglior Umberto Eco, autore assai amato da Tatano che non manca di riportare una citazione tratta da Il cimitero di Praga. Protagonista del romanzo è il giovane siculo/normanno Davide Maiorana che riceve una favolosa eredità dal nonno, tra cui un alloggio fronte/Pantheon, dove si trasferisce. Ma nella capitale, dove stringe amicizia col singolare La Tierre, qualcuno fa fuori uno dopo l’altro eminenti membri dell’élite del potere: un banchiere, un gesuita, un alto magistrato. Cosa c’è dietro quegli omicidi?«Vengo da un piccolo paese, Villalba, che nasconde delle unicità, ma sono legato a molte altre città. Da cittadino del mondo osservo quindi la teatralità tipica di tutti i paesi siciliani, ma so bene che i confini sono dei concetti labili ecco perché il mio romanzo è immagine di ciò che si nasconde nel Paese Italia, poteri che si oppongono tra loro per essere uno al di sopra dell’altro».Cittadino del mondo, Jim Tatano è stato tra i protagonisti de La strada degli scrittori, iniziativa ideata dal giornalista del Corriere della sera, Felice Cavallaro e condivisa dalla Regione Siciliana. Un viaggio letterario/culturale per ripercorrere i luoghi resi immortali da Pirandello (suo autore prediletto), Tomasi di Lampedusa, Sciascia, Rosso di San Secondo, Camilleri (per citarne alcuni).Capello lungo, occhio vivo e barba incolta conferiscono a Jim Tatano il look tipico dello scrittore, per altro già salutato dagli elogi di noti letterati come Pietrangelo Buttafuoco che dopo la presentazione del suo recentissimo Strabuttanissima Sicilia lo ha così gratificato: “Studioso, animatore culturale – anche lui primo all’appello nel fortilizio del confronto”. Un percorso di stima e considerazione in continua crescita, basti dire che Tatano è stato l’unico scrittore nisseno ad essere insignito lo scorso 14 ottobre del Premio di “Scrittura creativa” dal Lions Club Chiaramonte di Agrigento. Lo scrittore tuttavia sa bene che in una terra dove si legge poco come la nostra, ancora lunga è la strada per trovare il proprio posto al sole, tant’è che conclude: «La nostra Sicilia è terra di contraddizioni. Qui coltivare se stessi non è ancora diventata una priorità né un valido anticorpo contro le sopraffazioni e le vessazioni. E proprio perché avevo voglia di portare scompiglio nell’establishment dei potenti, ho scritto La ragnatela del potere. Se proprio viene voglia di commettere un delitto insomma, meglio farlo coi morti di carta».robmistretta@libero.itCOPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA