Se da una parte non si è ancora spenta l’eco delle polemiche per l’intervista di Bruno Vespa a Riina jr., dall’altra c’è una Rai che tenta di recuperare con la messa in onda, il prossimo 10 maggio, un tv movie sulla vita di Felicia Impastato, la madre di Peppino, il coraggio giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978 per aver voluto prendere le distanze dal padre mafioso. L’intervista a Salvatore Giuseppe Riina, che in una registrazione a Padova con Bruno Vespa, ha dipinto il padre Totò come il più amorevoli dei genitori, fa ancora discutere e fa registrare ancora reazioni.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha dato mandato all’Avvocatura comunale di presentare una denuncia in sede civile contro la Rai per le modalità di svolgimento della trasmissione “Porta a Porta” nella quale Salvo Riina, ha presentato il suo libro. «Fermo restando che è sacrosanto il diritto di chiunque di scrivere libri su qualsiasi tema – osserva Orlando – non è accettabile che la televisione nazionale si presti ad operazioni che sono da un lato di puro marketing e dall’altro di spettacolarizzazione e “normalizzazione” del fenomeno mafioso e della sua violenza. L’obiettivo della trasmissione, cui il conduttore e la direzione della Rai si sono allegramente prestati e di cui non possono che essere considerati complici, è stato quello di far apparire la famiglia dell’ergastolano Totò Riina e del suo figlio mafioso condannato Salvo quale una normale famiglia, quasi identica a quella di tanti altri. Un comportamento inaccettabile da parte della Rai che ha volutamente trasmesso, concordando che l’intervista non avesse alcun reale contraddittorio, una immagine del tutto distorta della mafia».
Orlando ricorda inoltre che in seguito alle polemiche «l’azienda ha replicato che avrebbe successivamente mandato in onda “una puntata sull’antimafia”, come se fra mafia e antimafia la Rai potesse permettersi di applicare la par-condicio». Infine il sindaco di Palermo ha commentato la dichiarazione di Roberto Alajmo, che ieri aveva detto che il Teatro Biondo avrebbe potuto ospitare la presentazione del libro di Salvo Riina a patto di poter scegliere l’intervistatore.«Sono certo – dice Orlando – che quella di Alajmo sia stata una provocazione volta appunto a sottolineare l’assenza di un vero contraddittorio giornalistico durante ‘Porta a Portà. Egli sa bene infatti che il Teatro Biondo non potrebbe contenere tutti i familiari delle vittime di Totò Riina».
La scelta della Rai riguardo l’intervista a Riina jr. stava per far scoppiare un altro caso. Giovanni Impastato, fratello di Peppino, che ha collaborato alla realizzione del tv movie sulla vita della madre Felicia, dalle colonne di Repubblica ha confessato di essere stato tentato dall’idea di diffidare la Rai dal trasmettere il film, per lo “sconcerto” legato alla partecipazione di Riina jr a Porta a porta. Un proposito però accantonato, nella convinzione che storie come quelle di Felicia Impastato, di Peppino e anche “dei figli delle mafie, che hanno fatto la scelta coraggiosa di rinnegare i loro stessi padri”, meritino di “essere raccontate”. Dopo il film I cento passi di Marco Tullio Giordana, la fiction – scritta da Monica Zappelli e Diego De Silva, diretta da Gianfranco Albano e interpretata da Lunetta Savino – prende le mosse “dalla morte di Peppino, ponendo in primo piano l’impegno della madre e dello stesso fratello Giovanni. È un’operazione nobile, in linea con quella Rai che, come sottolinea anche il dg Campo Dall’Orto, non rincorre l’audience ma è sensibile ai temi importanti”.