Solo la metà degli ospedali italiani accreditati raggiunge i 100 ricoveri annui per infarto acuto al miocardio, soglia minima fissata dalle autorità ministeriali. Appena un quarto arriva a 200 interventi di bypass aortocoronarico. La stessa quota esegue almeno le 60 operazioni richieste per aneurisma dell’aorta addominale non rotto. Solo 6 strutture su 10, infine, effettuano i 250 interventi di angioplastica coronarica fissati come standard minimo di riferimento nazionale. Il volume annuo di operazioni è un parametro di cui tenere conto quando si valutano le performance di un ospedale, perché indicativo dell’esperienza acquisita. «È noto infatti, come vi sia una correlazione tra il numero degli interventi annui, gli esiti positivi e la riduzione delle complicanze», dice Antonio Bartorelli, responsabile della Cardiologia Interventistica del Centro Cardiologico Monzino Irccs, di Milano.
Vediamo quante sono le strutture che eseguono questi interventi. Le strutture accreditate che effettuano ricoveri per infarto miocardico acuto sono 746: il 47% si trova al nord, il 22% al centro e il 31% al sud. Della totalità dei ricoveri, il 46% è stato effettuato al nord, il 23% al centro e il 31% al sud. Gli ospedali che eseguono interventi di bypass aortocoronarico sono 97: il 46% si trova al nord, il 21% al centro e il 33% al sud. Della totalità delle operazioni, il 45% è stato effettuato al nord, il 20% al centro e il 35% al sud.
I centri che effettuano operazioni per aneurisma dell’aorta addominale non rotto sono 216: il 54% si trova al nord, il 19% al centro e il 27% al sud. Della totalità delle operazioni, il 52% è stato effettuato al nord, il 25% al centro e il 22% al sud.
Le strutture che eseguono interventi di angioplastica coronarica sono 383: il 48% si trova al nord, il 23% al centro e il 29% al sud. Della totalità delle operazioni, il 49% è stato effettuato al nord, il 21% al centro e il 30% al sud.
Angioplastica e bypass. A cosa servono e quando sono necessari un’angioplastica coronarica e un bypass aortocoronarico? La prima mantiene dilatata un’arteria in cui si è creato un restringimento in modo da consentire il passaggio del sangue ossigenato verso il miocardio. Il secondo, crea una via alternativa attraverso cui il sangue ossigenato può arrivare al cuore. Entrambi, dove ci sia il rischio di ostruzioni delle arterie coronariche, possono scongiurare un infarto miocardico.
Fattori di rischio e prevenzione dell’aterosclerosi. Responsabile dei restringimenti e delle ostruzioni è l’aterosclerosi: una patologia cronica che interessa la parete dei vasi arteriosi, non solo coronarici ma anche appartenenti ad altri distretti vascolari. Fattori di rischio, oltre alla familiarità, sono fumo, diabete, ipertensione arteriosa e ipercolesterolemia. Capisaldi strategici della prevenzione invece, sono uno stile di vita sano, una corretta alimentazione, un’adeguata attività fisica e l’astensione dal fumo.
Gli esami per arrivare alla diagnosi. L’ecografia Doppler permette di indagare in modo accurato svariati distretti vascolari: quello carotideo, l’aorta addominale, le arterie renali e quelle degli arti inferiori, ma non le coronarie. Queste arterie, fino a pochi anni fa, potevano essere visualizzate solo mediante la coronarografia. Oggi, invece, in molti casi basta la Tc del cuore, che richiede l’iniezione del mezzo di contrasto in una vena periferica. La risonanza magnetica cardiaca non è utilizzata per visualizzare le coronarie ma fornisce informazioni utili sul buon funzionamento del cuore. Quanto alla scintigrafia miocardica, proprio grazie all’introduzione di queste nuove tecnologie diagnostiche, si è notevolmente ridotta.
Ricoveri per infarto miocardico acuto. Le strutture accreditate che effettuano questo tipo di ricovero sono 62. Le 5 strutture che in Sicilia effettuano un maggior numero di ricoveri sono: Presidio Ospedaliero Sant’Antonio Abate di Erice, (n° ricoveri: 730). Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo (n° ricoveri: 548). Ospedale Civile Maria Paternò Arezzo di Ragusa (n° ricoveri: 545). Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro di Catania (n° ricoveri: 535). Presidio Ospedaliero Umberto I di Siracusa (n° ricoveri: 499).
Interventi chirurgici di bypass aortocoronarico. Le strutture accreditate sono 6. Le strutture che in Sicilia effettuano un maggior numero di interventi sono: Maria Eleonora Hospital – GVM Care & Research di Palermo (n° interventi: 237). C.C.D. G.B. Morgagni Srl – Centro Cuore di Pedara (n° interventi: 230)
Interventi chirurgici per aneurisma dell’aorta addominale non rotto. Le strutture accreditate sono 17. Le strutture che in Sicilia effettuano un maggior numero di interventi sono: Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo (n° interventi: 115). Azienda Ospedaliera per l’Emergenza Cannizzaro di Catania (n° interventi: 73). Presidio Ospedaliero V. Emanuele di Catania (n° interventi: 63).
Interventi chirurgici di angioplastica coronarica. Le strutture accreditate sono 30. Le 5 strutture che in Sicilia effettuano un maggior numero di interventi sono: Presidio Ospedaliero Vittorio Emanuele di Catania (n° interventi: 829). Presidio Ospedaliero Civico e Benfratelli di Palermo (n° interventi: 766). Presidio Ospedaliero San Giovanni di Dio di Agrigento (n° interventi: 654). Ospedale Civile Maria Paternò Arezzo di Ragusa (n° interventi: 632). C.C.D. G.B. Morgagni Srl – Centro Cuore di Pedara (n° interventi: 624).