SIRACUSA – A seguito di numerosi esposti, denunzie e segnalazioni sulla “cattiva qualità dell’aria” il procuratore di Siracusa, Francesco Paolo Giordano, ha aperto un’inchiesta delegando le indagini a Nictas, polizia di Stato e a carabinieri di Augusta.
Tra gli accertamenti disposti dal magistrato, che ha assunto la titolarità del fascicolo, l’acquisizione di dati e documenti in alcune aziende del petrolchimico, alla Provincia di Siracusa, all’assessorato regionale Territorio e Ambiente e negli uffici dell’Asp, sezione Epidemiologia-Patologie cronico degenerative dove sono raccolti i dati relativi ai decessi per tumori. Già ieri gli inquirenti hanno fatto un blitz nella sede della Provincia di Siracusa per acquisire i dati di rilevamento delle centraline che controllano i valori delle sostanze chimiche nell’aria. Prelevati dati che riguardano un arco temporale molto ampio.
«Le indagini appena iniziate – spiegano dalla Procura di Siracusa – costituiscono la base di partenza per accertare non solo eventuali responsabilità da parte delle industrie, ma anche a verificare eventuali irregolarità sulle procedure per il rilascio delle autorizzazioni, da parte del ministero, nonché quanto sino ad oggi svolto dagli organi deputati al controllo del rispetto della normative ambientale».
La costa tra i Comuni di Priolo, Augusta e Melilli, che per anni ha ospitato le più grandi industrie chimiche e petrolifere del Paese, in passato è stata ribattezzata «il triangolo della morte». In queste centri i morti di tumore sono il 10% in più rispetto alla Sicilia e superano il 20 per cento qulli per tumore al polmone. Dal 1990 è scattato anche l’allarme per le malformazioni genetiche. Ma non è stato mai provato un nesso causale tra tumori, malformazioni e inquinamento delle industrie. Ora le popolazioni sperano negli esiti di questa inchiesta.