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Inchiesta “I Treni del gol”: ecco i nomi dei trentuno indagati nel nuovo filone dove spunta l’ombra della mafia

Di Redazione |

CATANIA – Come anticipato nell’edizione dell’8 settembre scorso, c’è un secondo filone parallelo all’inchiesta denominata “I Treni del gol”, relativo alla presunta combine di alcune partite del calcio Catania per evitare la retrocessione in Lega Pro nel 2015. Per quel procedimento furono rinviati a giudizio in sette (il processo comincerà il 22 del mese). Sono Antonino Pulvirenti, Pablo Cosentino, Daniele Delli Carri, Giovanni Impellizzeri, Fabrizio Milozzi, Fernando Arbotti e Piero Di Luzio.

Nel troncone parallelo, che vede in totale trentuno indagati, ieri c’è stato un ulteriore passo. Si tratta dell’incidente probatorio disposto dal Gip Fabio Di Giacomo Barbagallo, che ha conferito l’incarico di perizia tecnica (due i mesi di tempo concessi) su cellulari e iPad già sequestrati, all’ex agente di scommesse Giovanni Luca Impellizzeri, all’ex presidente del Catania, attuale patron del club, Nino Pulvirenti e al procuratore sportivo Fernando Antonio Arbotti. A chiedere l’accertamento per “la formazione della copia forense dei supporti informatici”, è stato il sostituto procuratore Alessandro Sorrentino. Quest’indagine, nelle mani di polizia di Stato, Digos e Squadra mobile è ancora nella sua fase preliminare e, come ricordato, coinvolge in totale 31 indagati.

Oltre ai citati sette imputati rinviati a giudizio nel processo del prossimo 22 novembre, risultano indagati, a vario titolo dalla Procura, Riccardo Fiamozzi, Andrea Barberis, Luca Pagliarulo, Antonino Daì, Christian Terlizzi, Matteo Bruscagin, Jens Janse, Alessandro Bernardini, Marco Moscati, Pietro Lo Monaco, Alessandro Failla, Fabrizio Ferrigno, Alfio Mangion, Antonio Ricci, Fabrizio Crimi, Riccardo Tamiro, Defendino Corbo, Alfio Bisicchia, Anna Aurigemma, Luigi Tancredi, Simone Impellizzeri, Luca Antonucci, Luca Brescia e Giuseppe Mangion.

Tra loro quindi calciatori, dirigenti, faccendieri vari e, un po a sorpresa, considerato che non se ne conosce un eventuale ruolo nel mondo del pallone, proprio Giuseppe Mangion. Quest’ultimo è figlio di Francesco (“Ciuzzu ‘u firraru”) storico “colonnello”, deceduto, fu anche vice rappresentante e “consigliere” della “famiglia” di Catania del boss Nitto Santapaola. Risulta indagato in questa inchiesta anche il fratello Alfio, 44 anni. Giuseppe Mangion, detto “Enzo”, catanese di 57 anni, è stato condannato con sentenza definitiva nel processo cosiddetto “Dionisio”, un’operazione dei Ros che sfociò in un blitz nel luglio del 2005 per un’indagine su mafia e appalti.

 Secondo indiscrezioni, in questo nuovo filone d’indagine della Procura della Repubblica sui cosiddetti “Treni del gol”, il suo nome verrebbe fuori da alcune intercettazioni per le quali, peraltro risulterebbe il sequestro. Di qui, la necessità di accertamenti tecnici e di una perizia. I due fratelli Mangion sono anche stati processati – e assolti – nel processo per le presunte infiltrazioni mafiose nella festa di Sant’Agata.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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