ROMA – «Esprimo forte preoccupazione per il contenuto delle dichiarazioni del Ministro degli Interni nei confronti della Procura di Palermo e della Magistratura. Si tratta di espressioni che, anche per le modalità con le quali sono state rese, risultano lesive del prestigio e dell’indipendenza dell’ordine giudiziario e si pongono in contrasto con il doveroso rispetto delle prerogative che si deve a ciascuno dei poteri dello Stato». Lo afferma il vice presidente del Csm Giovanni Legnini.
«Chi rappresenta le Istituzioni, tanto più se a un livello così elevato, ha il dovere di rispettare la legge e la Costituzione, al pari di qualunque altro cittadino», afferma ancora il vice presidente del Csm Giovanni Legnini.
«La Procura di Palermo – aggiunge – merita rispetto essendosi limitata ad espletare un’attività prevista dalla legge costituzionale n. 1/1989, che scandisce precise procedure e prevede robuste garanzie per i componenti del Governo quando essi agiscono per la tutela di un interesse dello Stato o per il perseguimento di un preminente interesse pubblico. Gli stessi, quindi, pur avendo il sacrosanto diritto di criticare le iniziative della magistratura, non possono delegittimarne l’operato così come ciascuno dei magistrati ha il dovere di rispettare la sfera di autonomia propria dell’indirizzo politico spettante al Governo».
«Come ribadito dal plenum del Csm di mercoledì scorso, sulla tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura non si può arretrare, nell’interesse della tenuta del sistema democratico e perché essa agisce in virtù dei poteri conferitigli dalla Costituzione e non ha certo bisogno di trarre la sua legittimazione dal voto dei cittadini».