«In Sicilia ferrovie da terzo mondo»
«In Sicilia ferrovie da terzo mondo» La Regione accelera l’accordo con Trenitalia
La rabbia dei pendolari in un report sul trasporto ferroviario
CATANIA – In edicola, ieri mattina, ha fatto il “pieno” di quotidiani. E li ha spulciati con vorace attenzione: dichiarazioni trionfalistiche, progetti avveniristici con annesso cronoprogramma, tabelle con i fondi a disposizione. Numeri. Leggendo i quali non è riuscito a trattenere un sorriso amaro, Giosuè Malaponti. Il coordinatore del Comitato pendolari siciliani ha letto e riletto le promettenti notizie sulla tratta ferroviaria Palermo-MessinaCatania, che spiccava fra le opere «ad altissima priorità» dello “Sblocca Italia”. «Ma lo sa Renzi quanto ci vuole oggi per percorrere queste tratte con un trasporto locale da Terzo mondo? », si chiede e ci chiede. Probabilmente no. E allora facciamo il punto, con una “forbice” che dipende dal tipo di treno: una media di tre ore e 10 minuti per il Palermo-Catania; fra un’ora e 35 minuti e due ore per il Catania-Messina; fra due ore e 40 minuti e quattro ore per il Palermo-Messina. Malaponti conosce bene le piccole grandi odissee giornaliere dei circa 60mila pendolari siciliani. Che «si faranno una sonora risata, leggendo questi fiumi di parole». Anche per «gli sprechi potenzialmente enormi, se si considera – sostiene – che nella presentazione del progetto di velocizzazione della Catania-Palermo c’era una stima di ridurre la percorrenza da due ore e 45 a due ore e 25, per una spesa di due miliardi e 250 milioni. Cioè 112 milioni di euro per ogni minuto risparmiato». E allora che si dovrebbe fare? «Non riteniamo necessario l’investimento di tale cifra per l’opera faraonica della Palermo-Catania-Messina, tagliando fuori le altre sei città. Quando invece lo stesso importo potrebbe essere spalmato sulle relazioni ferroviarie più importanti per ammodernare e velocizzare l’esistente. Da oltre vent’anni si parla di collegamento ferroviario della Messina-Catania-Siracusa con l’aeroporto di Catania, ma nello “Sblocca Italia” quest’opera non viene inclusa, mentre vengono finanziate le infrastrutture per l’aeroporto di Fiumicino, di Malpensa, di Venezia, di Genova e di Firenze per un totale di oltre tre miliardi». Malaponti scriverà una lettera a Maurizio Lupi, che «più volte ha annunciato in tv di voler investire sul potenziamento del trasporto locale». Vorrebbe spiegare, al ministro dei Trasporti, «le disastrose condizioni della rete ferroviaria siciliana». Con qualche statistica agostana. Il monitoraggio totale è stato di 43 treni, di cui 20 sulla Me-Pa e 23 sulla Me-Ct-Sr compresi gli otto InterCity. Ebbene, il bilancio finale è di 29 treni in ritardo (per un totale di 342 minuti), uno soppresso e 13 in orario. «In questi anni la Sicilia ha perso quasi 2 milioni di chilometri di ferrovia e quasi del tutto i treni da e per il nord, con la Regione che non ha preso nessuna posizione su Rete Ferroviaria Italiana per le tratte ferroviarie chiuse da diversi anni: la Caltagirone-Gela e Alcamo via MiloTrapani», ricorda Malaponti. Che volge lo sguardo oltre lo Stretto: «L’utenza è costretta a far scalo a Roma per poi proseguire per altre destinazioni, al di fuori di un Sicilia-Milano sulla dorsale tirrenica passando per Genova che impiega circa 20 ore». Già: che senso ha una spesa faraonica per la Palermo-Catania se poi per arrivare al Nord si impiega quasi lo stesso tempo necessario per volare in Australia? Il presidente del Comitato pendolari torna anche sullo scandalo del bus Portopalo-Catania (tre ore in condizioni disastrose) documentato dal nostro giornale, con successive scuse pubbliche dell’assessore regionale Nico Torrisi. Scuse «tempestive e apprezzabili», dice Malaponti, ma anche «scuse che i 60mila pendolari che si spostano giornalmente in treno per motivi di lavoro, studio e altro non hanno mai ricevuto da nessun assessore regionale ai trasporti per le condizioni in cui molto spesso si sono trovati a viaggiare nei treni regionali, stipati come sardine e senza climatizzazione… mancava solo l’omino che versasse l’olio». Ricorda che «è proprio l’assessorato regionale alle Infrastrutture che rilascia le concessioni alle aziende di trasporto e spetta alla Regione pianificare e controllare l’operato delle aziende in concessione». Giudica positivamente che «l’assessore Torrisi voglia mettere mano, una volta per tutte, alla razionalizzazione del trasporto pubblico siciliano», il leader dei passeggeri siciliani. «Ma per fare questo occorre sottoscrivere l’Accordo di programma per il trasporto ferroviario regionale con i ministeri dei Trasporti e dell’Economia, e subito dopo realizzare il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario. Dal settembre 2009 – ricorda Malaponti – siamo rimasti l’unica regione a non aver ancora questi strumenti e le indispensabili risorse finanziarie». LA REPLICA DELL’ASSESSORE TORRISI La Regione risponde subito all’ennesimo grido d’allarme lanciato ieri sul nostro giornale dal coordinatore del Comitato regionale pendolari, Giosuè Malaponti. È il quarto assessore regionale ai Trasporti che lo dice: «Sta per essere firmato il Contratto di programma con Trenitalia». Ma stavolta Nico Torrisi ha le carte in regola. E soprattutto la coscienza a posto: «I nostri uffici hanno predisposto tutto al meglio, già è arrivato il via libera dal ministero delle Infrastrutture e aspettiamo soltanto la risposta di quello dell’Economia, che domani mattina il dirigente generale del Dipartimento solleciterà con una nota urgente a Roma». L’Accordo di programma (il cui iter ha avuto inizio nel 2009, con ulteriori delibere di giunta regionale del settembre 2011 e del maggio 2014) è il documento decisivo «per l’attuazione e il trasferimento delle funzioni e dei compiti di programmazione e amministrazione relativamente ai servizi ferroviari di interesse regionale e locale». In ballo ci sono anche 11 milioni di fondi che transiteranno alla Regione, ed è forse questo il vero motivo di ritardi che ormai sono più romani che palermitani. Il passaggio successivo è il il Contratto di Servizio per il trasporto ferroviario: la Regione potrà affidarsi a Trenitalia, attraverso la Divisione passeggeri regionali, oppure scegliere di bandire una gara pubblica per l’affidamento, con un vero proprio contratto di sei anni rinnovabili per altri sei. «In ogni caso – ricorda l’assessore regionale – saremo noi a scegliere sulla qualità e quantità dei servizi da erogare ed offrire finalmente ai siciliani il diritto a un trasporto pubblico più efficiente ed efficace». Torrisi, che ieri ha sentito al telefono il leader dei pendolari rassicurandolo su «attenzione e totale apertura al dialogo», torna anche su un altro tema ricordato da Malaponti: lo scandalo della linea Portopalo-Catania («con pendolari e turisti nel bus come sardine»), denunciato da un reportage del nostro giornale: «Anche su questo fronte stiamo lavorando, al di là delle facili ironie sulle mie scuse per i disservizi. Settembre sarà decisivo per le scelte sulla riforma del trasporto pubblico anche su gommato e sul rapporto con le autolinee private». twitter: @MarioBarresi