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“Immigrato” di Checco Zalone divide il web, Valsecchi: «È satira»

Di Redazione |

ROMA – La giornata di un italiano alle prese con un “immigrato”, tra la “mano nera” che tenta di lavare il parabrezza e quegli spiccioli che rischiano via via di “prosciugare il fatturato”, passando per la “sorpresa” finale: «Al mio ritorno/ Ti ritrovo senza permesso nel soggiorno/ Ma mia moglie non è spaventata/ Anzi/ Sembra molto rilassata..».

Checco Zalone ha scelto di lanciare in un modo tutto suo, irriverente e politicamente scorretto, il suo nuovo, attesissimo, film, Tolo Tolo, in uscita il primo gennaio: un singolo, intitolato appunto “Immigrato”, che mescolando echi di Celentano e Toto Cutugno tocca un nervo scoperto in una società in cui va montando – come ha appena certificato il Censis – una deriva verso l’odio, il razzismo e l’intolleranza nei confronti delle minoranze.

Il videoclip di Immigrato ha fatto immediatamente il giro del web, raccogliendo in 48 ore quasi 2 milioni di visualizzazioni e incassando commenti entusiastici ma anche critiche feroci al re degli incassi del cinema italiano.

«Sono molto stupito di queste poche, per fortuna, reazioni al videoclip di Checco Zalone “Immigrato”, da noi prodotto», ha commentato Pietro Valsecchi, patron della Taodue. «Per me – e credo di interpretare anche il pensiero di Luca – e quindi per noi, la diversità è sempre stata un valore a tutti i livelli: di pensiero, di origine sociale, di provenienza geografica. La satira vuole prendersi gioco di tutte le certezze, qualunque esse siano, e chi non la capisce, forse non vuole neanche provare a mettersi in discussione. E quando graffia, graffia. Vi aspetto tutti il primo gennaio in sala: evviva Tolo Tolo», aggiunge.

«Cosa non ha funzionato con chi non ha capito il significato della canzone? La rete – secondo Valsecchi – è un megafono dove tutti possono litigare con tutti. E’ il mondo che ognuno oggi può dire quello che pensa, sempre, però se lo diceva al bar qualcuno lo zittiva, oggi invece c’è un megafono”.

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