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Il vecchio Tifeo e il mai sopito impulso primordiale della rivolta

Il 10 e l'11 novembre al Centro Zo di Catania, per Altrescene, lo spettacolo "Tυφῶν - Tifeo il tradimento dell’orecchio" di e con Turi Zinna, con la supervisione artistica di Federico Magnano San Lio, è il primo capitolo del progetto Kthack (crasi dei termini Kατάvη (Catania) ed hack. L'attore e regista: «Osserviamo il mostro Tifeo con gli occhi di Tifeo, le ragioni del disordine del “senza ragione”»

Di Redazione Vivere |

Per il ciclo Nuova Drammaturgia Siciliana, all’interno della rassegna Altrescene, venerdì 10 e sabato 11 novembre sul palco di Zo Centro Culture Contemporanee a Catania arriva lo spettacolo Tυφῶν – Tifeo il tradimento dell’orecchio – prodotto dall’associazione Retablo  con la collaborazione di Zo Centro Culture Contemporanee – che vedrà sul palco e alla regia Turi Zinna, con la supervisione artistica di Federico Magnano San Lio.

Drammaturgo, attore, fondatore e direttore artistico dal 1989 di Retablo, da oltre trent’anni Zinna è presente ed è rappresentato sui palcoscenici nazionali e internazionali. Le sue scritture, spesso crossmediali e crossdisciplinari, si sono intersecate ed ibridate con molteplici generi ed espressioni artistiche mediali e performative: teatro, danza, musica, cinema. Ha ottenuto segnalazioni, nomination e riconoscimenti ai premi Solinas, Oltreparola, Centro del Discorso, Pescara Corto Script, Lia Lapini, ed altri. Molte le opere che ha dedicato alla Sicilia ed in particolar modo a Catania, da Doppio Legame a Ballata per San Berillo, da L’Oro dei Napoli all’intero progetto Kthack (crasi dei termini Kατάvη (Catania) ed hack), di cui Tifeo costituisce il primo capitolo. Sua è la canzone che apre il film di Maria Arena sulle prostitute e i trans del quartiere di San Berillo, Gesù è morto per i peccati degli altri.

In occasione dello spettacolo, alle ore 10 di venerdì 10 novembre al Centro Zo di Catania, si svolgerà un incontro aperto con l’artista Turi Zinna, nell’ambito del ciclo di incontri Nuova Drammaturgia. L’incontro è organizzato in collaborazione con Accademia di Belle Arti e Università degli Studi di Catania ed è coordinato dalla Docente di Discipline dello Spettacolo, Stefania Rimini.

Turi Zinna Tifeo

Turi Zinna in “Tυφῶν – Tifeo il tradimento dell’orecchio”

LO SPETTACOLO

Trattato come un errore della natura, un caso psichiatrico, dal dottor Cadmo che lo ha in cura, il vecchio Tifeo non riesce più ad incutere terrore e a destabilizzare l’intero universo come ai tempi in cui si lanciò all’assalto del cielo e riuscì perfino ad imprigionare Zeus. Continua a sentire le voci delle sue cento teste feroci di belva, ma sembrerebbe che la sua guerra utopica all’ordine costituito sia definitivamente persa.

La mente del soldato sconfitto è stata il campo di battaglia di questa sanguinosa guerra.

Il suo tumulto contemporaneo è tutto concentrato contro Cadmo, in cui lui ha creduto e che invece lo ha ingannato con una promessa di felicità, il sol dell’avvenire, la concezione del mondo come macchina perfetta, la trasformazione della società in macchina perfetta. Come forma estrema di insubordinazione, decide quindi di conformarsi volontariamente alla cultura dominante del mondo convinto che la fine della sua natura sarà la fine della natura del mondo.

Ma il tentativo di trasformare la sua rabbia in conformismo fallisce miseramente quando, dopo l’ennesima fandonia propinatagli da Cadmo, si sente sopraffare ancora una volta dall’impulso primordiale della rivolta.

Rivolta che egli vive ancora una volta come delirio onirico all’interno della sua mente. Mentre all’esterno, chi lo guarda, vede un uomo disadattato che defeca sul tavolo da pranzo e brucia le lenzuola. Così nel cuore della sua prigione, il mostro è disarcionato, sconfitto dall’inefficacia delle proprie azioni. Inveisce contro il dottore, reo di essere corso in soccorso di Zeus ormai annientato e sottomesso e di aver cambiato le sorti dell’universo di cui Tifeo era stato incoronato unico signore e padrone.

Ciò che vedono gli osservatori fuori dal suo mondo interiore è un uomo che pur di non sentire più la musica ammaliante delle magnifiche sorti e progressive si taglia un orecchio.

NOTE DI REGIA

Tifeo è il mostro dalle cento teste di belve feroci, con duecento braccia e duecento gambe fatte di serpenti aggrovigliati che Zeus ha pensato bene di seppellire vivo sotto la Sicilia, con la testa schiacciata sotto il  vulcano. Ripugnante, informe, imprigionato, fuori dal campo visivo, dalla percezione della coscienza,  cancelllato dalla civiltà, è la mente rettiliana reietta occultata sotto la rassicurante crosta superficiale translucida ammantata di modernità e di progresso.

Eppure, seppur annientato continua a terrorizzarci. Ritorna come un rigurgito seminando caos e terrore e distruggendo senza sosta ogni progetto umano.

“La filosofia moderna ha inizio col dubbio, ma la filosofia eterna ha inizio col terrore”, ci ricorda Manlio Sgalambro. Il terrore del mondo da cui quel terrore ha  origine, il terrore che il mondo “sia” a prescindere dalla nostra esistenza, il terrore che il mondo se ne fotta di noi e dei nostri programmi.

Tuttavia, insieme al terrore, il mondo è stato bandito dalla filosofia  progressiva nel tentativo di sbarazzarsi dell’uno attraverso l’altro. Siamo stati ammaliati dalla sua promessa di felicita: il sol dell’avvenir, la concezione del mondo come macchina perfetta, la trasformazione della società in macchina perfetta. Ci siamo impegnati e ci impegnamo a riparare, correggere, migliorare,  aggiustare, risanare lo sbagliato dell’universo. Ci siamo impegnati e ci impegnamo a ricacciare nel buio Tifeo, a rispedirlo nel retrobottega della mente, a trattarlo come un errore della natura, un errore della natura umana, un caso psichiatrico.

Cadmo è il dottore, l’astuto che lo ha in cura. E’ colui che ha portato all’occidente il dono dell’alfabeto. E’ il portatore di un altro modo di essere, della consapevolezza, del pensiero di un analogo io in un analogo  spazio, del pensare se stessi e l’intero universo in una proiezione storica, del progresso tecnologico per aggiustare lo “sbagliato della natura, lo sbagliato di Tifeo”. Cadmo ipnotizza il mostro con la musica del “cogito ergo sum”. Il suo scopo è normalizzare la bestia.

Tifeo è incantato dalla musica. il suo tallone d’Achille è l’udito, senso prioritario di una forma mentale precedente. Una forma che aveva una sviluppata parte uditiva chiamata dio e un’altra parte chiamata uomo. Più o meno in questi termini Julian Jaynes ha esposto la sua tesi ne “Il crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”. Dio si esprimeva con predicati uditivi e l’uomo bicamerale li sentiva pressappoco allo stesso modo in cui gli schizofrenici oggi riferiscono di ascoltare voci provenienti dalle prese di corrente. Tifeo è una parte rettiliana della mente umana, incapace di progettare il futuro, totalmente assorbita nel qui e ora. Non ha strumenti per proteggersi dalla messinscena di Cadmo e cade nel suo tranello fintamente armonico.

Osserviamo Tifeo con gli occhi di Tifeo, le ragioni del disordine del “senza ragione”. La mente senza corpo cartesiana pare non essersi ancora liberata definitivamente del suo corpo impuro. Non c’è da stare  tranquilli.

Kthack

Tifeo il tradimento dell’orecchio fa parte del Progetto “Kthack”, ideato e curato da Turi Zinna, che si compone di quattro opere (Tifeo, De Cinere, Soggiornando Vicino e Non si vive nemmeno una volta) concepite per drammaturgie virtuali in impianti scenici tridimensionali. La commistione tra Kατάvη (Catania) e Hack è il fil rouge che lega tra loro i quattro spettacoli: da una parte, il territorio etneo e la città che siede sulle sue falde, per nove volte distrutta e sepolta sotto la lava, il più grande monumento mondiale all’oblio, alla rimozione e alla continua rinascita dalle ceneri di una memoria dimenticata. Dall’altra parte il mondo delle nuove tecnologie e della ricerca di modi non standardizzati di fruirne l’esperienza. Il tema che li accomuna è il linguaggio non lineare dell’inconscio, del mito, della decostruzione/distruzione/ ricostruzione della realtà.

Un approccio plurale affidato allo sguardo visionario dei registi Maria Arena, Federico Magnano, Turi Zinna e Maria Piera Regoli, della performer Daniela Orlando, dei musicisti Fabio Grasso, Giancarlo Trimarchi e Lucilla Scalia, delle  scenografie sensibili e interattive del visual designer Luca Pulvirenti e del Laboratorio Mammasonica.

Tυφῶν-TIFEO IL TRADIMENTO DELL’ORECCHIO

10-11 novembre, ore 21 Zo Centro Culture Contemporanee, Catania

ideazione Maria Piera Regoli, Turi Zinna, Giancarlo Trimarchi e Fabio Grasso testo regia e interpretazione Turi Zinnamusiche dal vivo e ingegneria del suono Fabio Grasso e Giancarlo Trimarchi interattività scena digitale Luca Pulvirenti / laboratorio Mammasonica in collaborazione con Piero Douberscena Salvo Pappalardodisegno luci Aldo Ciullasupervisione artistica Federico Magnano San LioProduzione Retablo in collaborazione con ZO Centro Culture Contemporanee

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