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«Il Teatro greco cade a pezzi»

«Il Teatro greco cade a pezzi» Siracusa, eventi 2015 a rischio

Il soprintendente: «Cedimenti e degrado, subito sopralluogo»

Di Isabella Di Bartolo |

SIRACUSA. Il Teatro greco cade a pezzi. Letteralmente. I poderosi blocchi di calcare del millenario sito sono in alcune parti frantumati e, in altre ancora, distaccati da quell’immensa culla di pietra che è il colle Temenite. Il monumento più importante della Sicilia orientale, interamente ricavato dalla balza lapidea della Neapolis di Siracusa, è in condizioni di assoluto degrado. E il rischio che l’allestimento degli spettacoli classici e della stagione lirica in programma da maggio a luglio possano risentirne, è concreto. Lo conferma il soprintendente Calogero Rizzuto che – durante la sua visita al cuore del parco della Neapolis nelle vesti di custode, domenica pomeriggio – si è accorto del degrado in cui versa la millenaria pietra. «Sono molto preoccupato», ha ammesso l’architetto. L’allarme risale al 2008 Ma la preoccupazione degli addetti ai lavori risale a qualche anno addietro. A lanciare l’allarme nel 2008 fu Mariella Muti, all’epoca soprintendente ai Beni culturali e ambientali di Siracusa. E l’architetto Muti, oggi presidente del comitato scientifico del Distretto Sud-Est dell’Unesco, rinnova l’appello alla Regione affinché si intervenga prima dell’irreparabile. Un appello fondato su ragioni tecniche e studi specifici poiché fu proprio Mariella Muti a redigere il primo progetto preliminare relativo al restauro della cavea del Teatro greco inviato all’assessorato regionale ai Beni culturali assieme con la richiesta di 3 milioni di euro. «Un lavoro ritenuto urgente all’epoca – dice l’ex soprintendente – e che oggi è urgentissimo. Non si può attendere oltre perché il Teatro Greco, con la sua cavea, la scena e l’orchestra, dev’essere salvato. Un’operazione imprescindibile che, all’epoca del progetto, speravamo potesse essere finanziato con i fondi 2007-13 della Regione ma, purtroppo, nulla è stato fatto». Il progetto venne redatto a seguito del primo rilievo aerofotogrammetrico del monumento del Temenite nel 2006, eseguito con i fondi Arcus dall’Istituto nazionale del Dramma antico. Una sorta di fotografia del Teatro greco che certificò, appunto, le sue condizioni di assoluta precarietà. Interamente scavato nella balza rocciosa che si affaccia sulla costa di Siracusa, il Teatro Greco risente del calpestio quotidiano dei visitatori che, a migliaia, ammirano il monumento in ogni periodo dell’anno. E ciò anche in occasione delle Rappresentazioni classiche nonostante l’attento utilizzo da parte della Fondazione Inda di protezioni lignee e accorgimenti tecnici di sicurezza, quando il monumento è affollato da spettatori e la scena utilizzata dagli attori. Questo uso, pur nel pieno e corretto rispetto del bene archeologico, insieme ai danni causati dalle condizioni meteorologiche e al trascorrere del tempo, provocano irrimediabilmente ripercussioni serie alla struttura lapidea del Teatro. «Per queste ragioni – prosegue Mariella Muti – negli scorsi anni, insieme con il soprintendente emerito Giuseppe Voza, era stato avviato uno studio preliminare per valutare lo stato del monumento, avvalendoci della consulenza del massimo esperto in materiale lapideo antico: il professore Lazzarini. L’esito dello studio è stato chiaro e oggi la situazione sarà certo peggiorata». «Un sopralluogo urgente» E difatti lo è. Tanto da spingere la Soprintendenza di Siracusa a convocare un sopralluogo urgente già nei prossimi giorni per uno screening tecnico alla presenza di archeologi e geologi. «Non c’è un minuto da perdere – aggiunge Calogero Rizzuto – la situazione è molto seria. Ci siamo accorti di cedimenti dei blocchi calcarei nella parte più settentrionale del Teatro greco ma anche in altre zone della cavea risultano criticità che non possiamo in alcun modo tralasciare. Io non voglio essere catastrofico, ma il monumento della Neapolis è delicato per le sue peculiarità e per il fatto di essere, ogni giorno, protagonista di una fruizione che nonostante gli accorgimenti, con il passare del tempo, diviene pericolosa. A ciò occorre aggiungere il fatto che il Teatro greco sia un sito all’aperto con ovvie conseguenze in termini di degrado». Il diktat, dunque, è il restauro del cuore del parco della Neapolis che, con i suoi 500mila visitatori all’anno, è la meta per antonomasia dei turisti che giungono nella Sicilia sud orientale e non solo. Il problema tecnico fa rima con quello economico: secondo il progetto redatto in passato e consegnato quattro anni fa alla Regione, per un primo intervento di restauro della pietra occorrevano tre milioni di euro. Oggi, secondo una prima valutazione dei tecnici, ce ne vorrebbero almeno due in più. «Subito dopo il sopralluogo – annuncia il soprintendente – analizzeremo nel dettaglio il vecchio progetto e procederemo alla redazione di una versione aggiornata, che tenga conto del degrado di questi ultimi anni. Una volta ultimata questa fase tecnica, sempre con celerità avvieremo un’interlocuzione con gli uffici regionali poiché l’operazione rappresenta una priorità. Si dovranno dunque mettere da parte tutti gli altri progetti per concentrarci sul restauro del Teatro greco. Non vi è alcun dubbio». La Regione, in realtà, ha stanziato di recente alcuni finanziamenti per il parco della Neapolis. E si tratta anche di fondi cospicui: quasi 6 milioni di euro nell’ambito dei programmi Poin per il restyling del parco archeologico. «È vero – ammette Rizzuto – si tratta di soldi arrivati in Soprintendenza per avviare lavori relativi alla fruizione del parco. Dunque pulizia e manutenzione generale, sistemazione dei percorsi tra i monumenti della Neapolis. Tutto ciò fa emergere con evidenza come non si debbano più fare errori privilegiando progetti difficili a quelli più facili. Ribadisco: il Teatro greco dev’essere restaurato. Questa è la sola cosa a cui dobbiamo lavorare». A rischio gli eventi 2015? A rischio, dunque, le Rappresentazioni classiche e la lirica sul palco del Temenite previste nel corso del 2015? «La tutela del monumento è imprescindibile. Solo dopo il sopralluogo e le verifiche tecniche del caso, potremmo esprimere un giudizio. Di certo, occorrerà la massima attenzione e, di certo, non si potranno immaginare altri spettacoli o eventi che non siano rigidamente in conformità con le condizioni del Teatro greco e che non ne rispettino le peculiarità come solo la fondazione Inda sa ben fare».

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