Il sentimento negro di Mimì Sterrantino e gli Accusati

Di Gianluca Santisi / 29 Agosto 2017

Avevano aperto la nuova stagione live del Casamatta di Taormina ed ora giovedì 31 agosto Mimì Sterrantino e gli Accusati chiuderanno nel club taorminese la lunga tournée di presentazione del loro ultimo album La ricerca del blues, il nuovo progetto del poliedrico cantautore di Castelmola uscito a marzo, nato seguendo le orme del musicologo Alan Lomax e del padre John che, fra il 1933 e il 1942, condussero una serie di indagini nel sud degli Stati Uniti, registrando sul campo la cultura musicale degli abitanti di quelle regioni e, in particolare, dei discendenti degli schiavi deportati dall’Africa. Tra i nove brani riarrangiati per l’occasione anche tre Negro prison songs, i canti dei neri detenuti nelle prigioni statunitensi.

«L’idea di questo lavoro – spiega Sterrantino – nacque quando fummo invitati alla Palestra Lupo di Catania a suonare per il centenario della nascita di Alan Lomax, un evento organizzato dai soci della sala Lomax che proprio a quel tempo dovette chiudere i battenti. Per l’occasione decisi di riarrangiare alcuni brani registrati da Lomax durante il suo peregrinare in cerca del blues. La cosa fu molto apprezzata ma misi tutto da parte perché stava per uscire l’album Un lupo sul divano. Successivamente pensai che sarebbe stata una bella avventura tuffarsi nel mondo di quelle registrazioni e ricercare altri brani da riprendere e contaminare. È stato come colorare dei disegni in bianco e nero, sopratutto per le registrazioni riprese in penitenziari per soli afroamericani, contenute nella raccolta Negro Prison Blues del 1947 e da cui ho estrapolato tre brani, fatti solo da voci ed asce o zappe, utilizzate quest’ultime per scandire».

Mimì e gli Accusati (il chitarrista Francesco Frudà, il bassista Flavio Gullotta e il batterista Andrea Lo Palo) si sono chiusi al Ludnica Studio di S. Teresa di Riva per dare forma compiuta al progetto, registrato in analogico e prodotto da Henrik Lindström. Il mixaggio e il mastering sono stati curati da Ottavio Leo, che ha suonato la chitarra elettrica in un brano. Tra gli ospiti anche Marco Saija (armonica) e Giampaolo Nunzio (zampogna).
I 9 brani de La ricerca del blues sono: Jumper on the line di R.L. Burnside (da The land where the blues began, 1978), Going down to the river di Fred McDowell (Alan Lomax Recordings, 1959), I be’s troubled di Muddy Waters (Plantation recordings, 1941), Life is like that di Memphis Slim (Blues in the Mississippi nights, 1947), Old dollar Mamie (Negro prison blues, 1947), Murderer’s home Blues di Blind Willie McTell (John Lomax, Complete Library of congress recordings, 1940), Early in the morning (Negro prison blues, 1947), Rosie (Negro prison blues, 1947), Irene good night di Lead Belly (John Lomax, Archive of american old songs, 1935).

«I brani presenti nell’album – continua Sterrantino – sono tutti stati registrati da Alan Lomax e da suo padre, eccezion fatta per Jumper on the line contenuta nel documentario The land were the blues began del ’78. Durante il loro girovagare nel sud est degli Stati Uniti i Lomax hanno catturato, su vinili e nastri, la musica di sconosciuti lavoratori, carcerati o pionieri del blues come Blind Willie McTell, Lead Belly o Muddy Waters, scovandoli nelle campagne, tra campi di cotone o penitenziari per soli afroamericani. Grazie alla sua passione e al suo immenso lavoro, Lomax è riuscito a preservare testimonianze e tradizioni di una vita passata. La sua ricerca negli Stati Uniti si è propagata in lungo e in largo, ma ha avuto anche modo di visitare il Vecchio Continente negli Anni 50, tra Gran Bretagna, penisola Iberica ed Italia. Lo conobbi proprio grazie alla raccolta Italian Treasury, in cui sono presenti le registrazioni fatte in Sicilia».

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