Giuseppe Andaloro
Il romantico con il pop nel cuore
In programma una full immersion nel pianismo romantico con brani di Schumann, Chopin, Lizst, Rachmaninov. Nel suo futuro, però, vede «trascrizioni per piano di canzoni di Beatles e Queen»
(22 dicembre 2016) Una full immersion nel pianismo romantico: dall’ottocentesco Schumann al novecentesco Rachmaninov passando per l’immancabile Chopin. Questo quanto promesso dal concerto del pianista Giuseppe Andaloro, che inaugurerà stasera (alle 20.30) il mini-ciclo di quattro appuntamenti con la classica al Teatro Garibaldi di Enna (la seconda stagione, quella voluta dal direttore artistico Mario Incudine, con il coordinamento di Anna Maria Solfato, dopo ventotto anni di “vuoto”).A dominare la prima parte del concerto sarà la musica di Robert Schumann con la “Fantasia in Do Maggiore, op 17”, uno dei primi esempi di romanticismo musicale. Durante la seconda parte ascolteremo invece la celebre “Polacca Fantasia op 61” di Chopin (tra le ultime composizioni del grande compositore), due studi (op 33 e op 39) di Rachmaninov e la “Rapsodia Ungherese n.11” di Franz Listz. «Ho voluto proporre un repertorio che andasse dritto al cuore degli ascoltatori», spiega Giuseppe Andaloro, grande appassionato del romanticismo ma che, a discapito di quanto si possa immaginare, non ha un trascorso da chopiniano. «Naturalmente – spiega ancora il pianista – se ho inserito un suo brano in programma è perché oggi lo sento vicino, ma fino a pochi anni fa non era così».Concertista apprezzato in tutto il mondo per la sua raffinata capacità esecutiva, Andaloro nasce a Palermo ma vive a Caltanissetta, dove compie i suoi primissimi studi. «Sebbene la mia carriera mi abbia portato in giro per il mondo – racconta – ho sempre mantenuto un rapporto molto stretto con la mia terra. Il concerto di Enna sarà in questo senso un rientro a casa». A consacrare il talento del pianista – oggi trentaquattrenne – sono state le vittore a numerosi premi internazionali come London World, Sendai International, Hong Kong International, Porto International. «La partecipazione e la vittoria a questi premi – continua l’artista – sono stati momenti significativi per la mia carriera e mi hanno aperto porte che fino a quel momento non avrei nemmeno sognato. Quanti pianisti possono dire di aver suonato a vent’anni con la London Philharmonic Orchestra o la NHK Symphony Orchestra di Tokyo?». Sarà proprio l’Oriente, dove si è spesso esibito, fargli a incontrare uno dei grandi maestri e direttori d’orchestra di tutti i tempi. «Dopo la vittoria di un concorso a Honk Kong ho avuto l’opportunità di collaborare conVladimir Ashkenazy, cosa che mi ha riempito di orgoglio, ma anche di responsabilità». Durante il corso della sua folgorante carriera Andaloro ha condiviso il palcoscenico anche con la Philharmonische Camerata Berlin, i London Mozart Players, l’orchestra dell’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, quella del Verdi di Milano e del San Carlo di Napoli. Sebbene il repertorio scelto per la tappa ennese di questa tournèe in “piano solo” sia prevalentemente romantico, Giuseppe Andaloro si è spesso confrontato, in sala da concerto e in studio, con musica molto variegata: dalla barocca alla contemporanea. La sua pubblicazione discografica (Cruel Beauty, Sony classical, 2013) è dedicata alle musiche italiane del tardo Rinascimento e del primo Barocco. «Si è trattato di una prima mondiale – continua – poiché i brani di cembalisti come Frescobaldi e Gabrielli non erano mai stati registrati con un pianoforte moderno. L’esperienza è stata molto bella e conto di proseguirla con il repertorio di compositori del primo barocco inglese come Willyam Byrd e Thomas Morley». Nella sua idea di musica a trecentosessanta gradi, tuttavia, il pianista ci svela di avere anche molti altri progetti. «Ho da poco terminato l’incisione di un nuovo disco assieme alla violinista italo rumena Anna Tifu (la pubblicazione per Warner è attesa per il prossimo anno) – conclude – ma in futuro non mi dispiacerebbe approcciare qualcosa di più contemporaneo, curando trascrizioni per pianoforte di canzoni dei Beatles e dei Queen».