Il pasticcio di Palazzo Corvaja e sale contese. Da Bologna: la mostra su Van Gogh è abusiva

Di Redazione / 08 Giugno 2017

“Non ne so nulla dell’esposizione di Taormina, ci hanno clonato la mostra. Noi non abbiamo autorizzato l’evento e siamo gli unici a poterlo fare, perché abbiamo i diritti internazionali su Vincent Van Gogh”.

E’ incredulo l’amministratore delegato di Ninetynine, Simone Mazzarelli, in merito alla vicenda che si sta consumando a Palazzo Corvaja. Tutto è cominciato con una delibera per Unescosites e un’altra per Van Gogh Multimedia Experience. Tutte e due nello stesso spazio, Palazzo Corvaja, e per lo stesso periodo a Taormina, luogo che fino a un paio di settimane fa, durante il G7, ha ospitato la mostra che ha incantato le First Ladies.
Spenti i riflettori mondiali, ecco che succede l’incredibile: i dipinti di Antonello da Messina vengono portati via in fretta e furia e il Comune corre a togliere le chiavi al patron dell’esposizione perché ci sarebbe un problema burocratico, mancava una firma di un funzionario e quindi la concessione dello spazio fino al 30 giugno è stata revocata.
Invece – sospetta Mazzarelli – era fare largo agli organizzatori dell’evento su Van Gogh. Eppure l’amministrazione comunale sapeva benissimo, già dal lontano settembre 2016, che Palazzo Corvaja sarebbe stato dato in esclusiva alla società Beni Culturali Srl, per quattro mesi a partire da aprile scorso, come affermato dalla delibera. Così gli organizzatori di Unescosites si fanno carico delle spese di ristrutturazione e miglioramento dello spazio, anticipando ben 52mila euro che ancora non sono stati rimborsati. Finito il G7 dei grandi del mondo, sarebbe toccato ai cittadini comuni poter ammirare le bellezze esposte da Unescosites. I biglietti erano già stati prenotati. Invece è spuntata una delibera, tenuta lontana dai riflettori nel segreto di un cassetto dell’amministrazione comunale, datata 18 novembre 2016.
Insomma, solo due mesi dopo aver concesso a Unescosite Palazzo Corvaja, ecco firmata una carta fatta per accreditare operazioni di macelleria culturale. Di questa delibera Beni Culturali Srl ha chiesto in autotutela l’annullamento, mancando infatti i presupposti culturali della stessa.

La mostra Van Gogh Alive ha acquisito i diritti per l’Italia in esclusiva e viene realizzata dalla società Ninetynine ed ha avuto nel 2016 le tappe di Milano e Firenze e nel 2017 quelle di Roma, per la quale ha avuto un indubbio successo in termini di visitatori, e pure quella di Bologna, dove è attualmente in corso. Van Gogh Alive oggi è allestita a Bologna dal 04/05/2017 al 30/07/2017, dopo essere stata a Roma dal 25/10/2016 al 23/04/2017. Mostra quest’ultima, prodotta da Grande Exhibitions che ne detiene i diritti a livello mondiale e realizzata in Italia in collaborazione Ninetynine. Invece la “Mostra Van Gogh Multimedia Experience”, realizzata da Bicubo srl, porta con sé qualcosa di molto oscuro, visto che sembra non ne sappiano nulla al Museo di Van Gogh ad Amsterdam, a cui si sarebbero dovuti pagare i diritti per le immagini. E gli stessi vertici della Ninetynine ne sono all’oscuro, come sottolineato dall’ad di Ninetynine Mazzarelli: “Ci hanno copiato anche il titolo della mostra. Questa vicenda è imbarazzante. Prenderemo provvedimenti”. Questa operazione di macelleria culturale è ancora più indecente rispetto a quelle già consumate nell’ambito del G7.
E sicuramente la questione sarà approfondita dai PM messinesi, che hanno aperto un’inchiesta sull’interruzione forzata della mostra di Unescosites, che portato alle dimissioni del vicesindaco Mario D’Agostino. Un tentativo di salvare la faccia non molto riuscito, visto che ci sono filmati che documentano come il termine ultimo della mostra fosse proprio il 30 giugno. E a indicarlo pubblicamente, nel corso della conferenza stampa del 23 maggio scorso, è stata proprio l’amministrazione comunale di Taormina. Sulla vicenda, e soprattutto sulla credibilità degli organizzatori della mostra Van Gogh Multimedia Experience si è scagliato il critico d’arte Vittorio Sgarbi, che ha definito uno dei dipinti che saranno esposti come qualcosa di davvero osceno. “Una crosta inguardabile come la cosiddetta “Tavola lucana”, spacciata come l’autoritratto, ovviamente finto di Leonardo. Sarebbe bastato”, ha precisato Sgarbi, “esporre il solo “Ritratto d’ignoto marinaio”, il capolavoro di Antonello da Messina, per omaggiare degnamente gli illustri ospiti istituzionali, la città e i turisti”.

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Tag: cultura g7 mostra van gogh palazzo corvaja taormina