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Il paese difende il cacciatore: «Non è l’Orco»

Il paese difende il cacciatore: «Non è l’Orco»

Di Mimmo Trovato |

SANTA CROCE CAMERINA – Cordiali saluti, abbracci, baci, sorrisi e pacche sulle spalle. Così Santa Croce Camerina accoglie Orazio Fidone, l’uomo che ha scoperto il 29 novembre scorso il corpo di Andrea Loris Stival, all’indomani della notizia che è indagato, come atto dovuto, nell’inchiesta per sequestro di persona e omicidio del bambino di 8 anni. Si presenta elegante nella piazza principale del paese, intitolata a Vittorio Emanuele II, intorno alle 9, giaccone verde, cappello a falde in tinta, sciarpa. E un grande sorriso. Un caffè al bar, una passeggiata, un salto che nella chiesa San Giovanni Battista e poi torna a casa, senza parlare con i cronisti.   Appare sereno, perché sa che Santa Croce Camerina lo “difende”, lo ha già assolto: non è lui l’Orco. Ma, soprattutto, perché è convinto di «avere un alibi facilmente verificabile per il giorno della scomparsa di Loris: ero a Vittoria». Il cacciatore, come lo chiamano per la sua passione, riceve pacche sulle spalle e abbracci da diversi conoscenti. «Fici a cosa giusta» (ha fatto la cosa giusta), dice la piazza. E anzi «talia comu ci finiu… », (guarda come gli è andata a finire…). Santa Croce Camerina si stringe attorno a lui e, spiegano in piazza gli anziani, «non è un paese omertoso: uno non può dire quello che non ha visto», si giustificano. «E poi a chi segnala – sottolinea un altro anziano, che si presenta come Giuseppe – gli finisce come Fidone. Quello trova il corpo, lo denuncia e finisce denunciato, gli sequestrano l’auto e i vestiti. Ma non era meglio se si stava mutu (zitto)? ».   Nel pomeriggio altra passeggiata in paese. Altra solidarietà, mentre l’attenzione di Santa Croce Camerina si sposta nella casa di Veronica Panarello, la 25enne madre di Andrea Loris, per accertamenti eseguiti dalla polizia. La gente dietro il nastro delle forze dell’ordine segue con curiosa ansia gli esiti. Chissà se si prepara a un’altra solidarietà da esprimere.   Lui intanto si professa tranquillo. Ha nominato due avvocati ma ritiene di avere un “asso nella manica”. «Sì, ho un alibi – dice – ed è anche facilmente verificabile: sabato mattina non ero a Santa Croce Camerina». Secondo il “cacciatore” la mattina della scomparsa di Andrea Loris lui sarebbe andato al mercatino di Vittoria. «Basterebbe – sostiene – controllare i filmati delle telecamere in uscita da Santa Croce Camerina e all’entrata di Vittoria».   Le telecamere, un altro tema che è al centro dell’inchiesta. Potrebbe creare molti problemi alla mamma di Andrea Loris, mentre potrebbe salvare la posizione del “cacciatore”. Destini che si incrociano, ma che potrebbero adesso separarsi. Forse.

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