Il sindaco Bianco annuncia la realizzazione a Catania di una sezione distaccata del Museo Egizio e scoppia la polemica. C’è chi pensa che sia soltanto un’idea lanciata per fare rumore, chi preferirebbe che venissero valorizzate le peculiarità della nostra terra, chi la reputa un’intelligente proposta turistica perché il brand del Museo Egizio funziona, chi ritiene che ogni nuova offerta culturale è un’occasione da sostenere.
E poi ci sono le reazioni da Torino. Il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Civico, Fabrizio Rocca, ha presentato richiesta di question time urgente «per sapere se corrisponde al vero che 17mila reperti ora in custodia del Museo Egizio verranno trasferiti a Catania a seguito di un accordo con l’istituto piemontese per una presunta mancanza di spazi espositivi. Se questo fosse confermato, ci vedrà scendere in piazza». E, in un italiano del tutto personale, aggiunge.
«Non è possibile che Fassino, tanto vanitoso del suo successo nel turismo, possa permettere una tale rapina. Al posto di costringere il museo a decentrare l’esposizione si attivi immediatamente affinchè si trovi lo spazio. Se così non fosse ci sdraieremo davanti alle porte per impedire il trasferimento». Pronta la risposta della presidente della Fondazione Museo Egizio Evelina Christillin. «Al momento non è stato steso alcun protocollo d’intesa, ma ci sono stati soltanto dei colloqui informali tra il nostro museo, il sindaco e l’assessore competente del Comune di Catania. I costi di allestimento, nel caso si arrivasse a un accordo, sarebbero a carico dell’amministrazione catanese e siciliana, con un auspicabile intervento del Mibact. Tengo, però, a precisare che tutto questo sarà verificato e portato avanti dalle autorità isolane e che nessun sopralluogo è ancora stato effettuato, ma lo sarà a breve».
E aggiunge. «Da parte nostra rimangono vivi l’interesse per la proposta, che riteniamo positiva e proficua al fine di sempre maggiori collaborazioni tra enti culturali italiani, così come già avviene in molte parti d’Europa, oltre alla disponibilità, sottoposta alla tutela della Sovrintendenza piemontese responsabile della collezione egizia a noi attribuita in comodato trentennale, di concedere in uso alla sede catanese