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Il mattoncino che unisce le generazioni

Di Leonardo Lodato |

Insomma, il mattoncino, fin da quando fu inventato nel 1949, nella falegnameria fondata da Ole Kirk Christiansen nel 1916 in Danimarca, era un pezzettino di legno e, per vederlo come lo vediamo oggi, bisognerà aspettare il 1958.

Da allora, un po’ tutti abbiamo giocato con i Lego. Il nome è l’acronimo di Legt Godt, che significa Gioca Bene. Un successo trasversale, che ha attraversato i cambiamenti più importanti della nostra vita, resistendo persino all’avvento della tecnologia, della Tv dei ragazzi, di Internet e dei giochi di ruolo.

La dimostrazione che i Lego, ancora oggi, rappresentano un successo senza distinzioni di età, di razza e di sesso, sta nelle lunghissime file che hanno caratterizzato i primi giorni di apertura del nuovo Lego Store di Milano, avvenuta in contemporanea con quello di Londra. E’ a Milano, nel negozio che si fregia di avere la più alta torre di mattoncini in Italia, che incontriamo Camillo Mazzola, cinquant’anni, responsabile Marketing, Trade marketing e p.r. della Lego in Italia.

«Lego – spiega Mazzola – è sempre il solito mattoncino, però riusciamo continuamente ad aggiornarlo. Io sono un genitore e da bambino giocavo con i Lego. Quando devo parlare con i miei figli, oggi, faccio fatica ad entrare in contatto con loro perché le generazioni sono diverse, mentre con Lego riesco ad avere qualcosa in comune con loro, dove io passo quasi da esperto, divertendomi con loro magari per motivi diversi. A me piace la fase del montaggio, ricordare il mio passato da fanciullo, mentre ai miei figli piace il tema di quel che stiamo realizzando. Che può essere una stazione di Polizia o le avventure di Star Wars, e che, poi, si può trasformare in qualcosa di più difficile. Ma questo viene dopo che si sono seguite le istruzioni alla lettera, che per Lego è la cosa più importante, una componente fondamentale del gioco ma anche della crescita mentale del bambino. Dopodiché, si è pronti a far spaziare la propria fantasia».

Chissà se a Ole Kirk Christiansen, una volta inventato il primo mattoncino in legno, sia venuto in mente di parafrasare Archimede con il suo «datemi una leva e vi solleverò il mondo». Datemi un mattoncino e vi solleverò il mondo, un mondo che, oggi, cambia e si evolve alla velocità della luce…

«Beh, a noi il compito di adattarci. Cerchiamo giorno dopo giorno di introdurre la componente tecnologica ma solo come estensione del mattoncino, mantenendo la stessa integrità del passato. Anche quando creiamo i videogiochi Lego, la componente mattoncino è sempre presente. Pensiamo che questa sia la ricetta per incrementare le vendite perché se un bambino gioca virtualmente a un videogame nel modo giusto, poi vorrà toccare un mattoncino vero».

La dimostrazione della bontà di questa ricetta sta nella crescita commerciale della Lego.

«La gente comune pensa che apriamo negozi per vendere di più. Ovviamente uno dei motivi è anche questo, ma lo scopo principale sta nel fatto che con i negozi gestiti direttamente si può offrire un’esperienza maggiore rispetto a quella che si può trovare negli altri punti vendita». E poi, c’è la reciprocità nel rapporto tra idea e consumatore. Oggi lego non è più un mattoncino colorato da assemblare per creare un’automobile o una casetta. Ci sono giochi per varie fasce d’età e diversissimi interessi, dal Duplo, dedicato ai più piccoli, passando per il Lego Architecture. Una delle ultime creazioni, invece, sono i Beatles con il loro Yellow Submarine. «Ci sono veri e propri gruppi di studio che propongono idee. Abbiamo delle linee classiche, altre, proprio come i Beatles di Yellow Submarine, che nascono su suggerimento dei nostri clienti più affezionati. Anche questo rientra in una crescita dell’oggetto Lego legato ai nostri giorni e alle esigenze dei clienti».

Quanto influisce, oggi, la vendita on line nel vostro fatturato?

«È un fenomeno in espansione in tutti i settori. Per noi è un mercato in crescita ma ancora piuttosto marginale. Il vantaggio dell’on line è che si può trovare facilmente di tutto. Abbiamo circa 500 nuove uscite all’anno ed è difficile che in un negozio si possano trovare tutte».

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