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Il maestro Milo Manara tra fumetti sexy carri allegorici e carretti siciliani

Ad Acireale fino al 1° marzo a ingresso libero la mostra del “maestro” GUARDA LE FOTO

Di Ombretta Grasso |

ACIREALE – Una accoglienza da rockstar per Milo Manara, venerato maestro del fumetto, all’inaugurazione sabato pomeriggio della mostra “Milo Manara – Tutti i ciack della seduzione. La sensualità femminile e il sodalizio con Fellini raccontati in 60 opere”, che resterà aperta, a ingresso libero, alla galleria del Credito Siciliano fino al primo marzo. Un vero evento – sindaco Barbagallo, il deputato D’Agostino, l’ex assessore regionale Nico Torrisi nelle prime file – che in mostra ha anche i sette bozzetti che Manara ha realizzato proprio su commissione della città per un carro allegorico che sarà allestito il prossimo carnevale.

 «Rappresenta la Sicilia come frutto della fusione delle dominazioni più importanti – spiega il disegnatore – La Sicilia già nel nome è al femminile e la bellezza, la donna, sono sempre state una metafora per raccontare tante cose. Sono quattro figure femminili che rappresentano quattro culture: greca, araba, normanna e spagnola – prosegue -. Sono andato un po’ per stereotipi perché l’impatto con un carro dura pochi minuti, si deve capire subito di cosa stiamo parlando. Ci sono una donna araba con un velo, e spero che nessuno si senta offeso – mette le mani avanti – perché è solo un carro di carnevale; una greca, una Diana cacciatrice con un piccolo peplo, una spagnola con una gorgiera e un corpetto e sotto… nulla: e una donna normanna che ho rappresentato come una guerriera con un elmo e una cotta di maglia e poco altro», conclude ammiccando.  

Quattro figure che immagina in movimento, in un girotondo, con una grande onda intorno a templi e cube arabe e palme che fuoriescono da una cornucopia. Il carro potrebbe essere pronto per il carnevale estivo o diventare una installazione. Il maestro ha incontrato anche i carristi per immaginare la realizzazione pratica e nel suo tour catanese c’è stato anche un incontro con il maestro artigiano di carretti siciliani Domenico De Mauro.  

Si racconta Manara con il gusto del ricordo, dell’aneddoto fantastico, della sottolineatura ironica. Circondato da giornalisti e fan, sollecitato dal supervisore della mostra e moderatore Marco Grasso anticipa che ad aprile uscirà il primo volume del fumetto dedicato a Caravaggio, ambientato a Roma prima della sua precipitosa fuga, un progetto al quale lavora da tempo. Gli si chiede se l’arte abbia ancora una funzione sociale. «L’aveva quando era l’unica fonte di immagini, ora pittura e scultura esistono ancora ma la distanza tra queste forme d’arte e la società è sempre più marcata. Questa funzione l’hanno ereditate altre discipline come il cinema, la tv e in parte anche i fumetti perché il loro modo narrativo e affabulatorio è adatto a raccontare la società ed è assolutamente riproducibile».  

In mostra ci sono i bozzetti di Viaggio a Tulum e Il viaggio di G. Mastorna detto Fernet e Manara pesca dai ricordi i suoi incontri con Fellini. «Aveva cominciato come disegnatore e sceneggiatore di fumetti e poi ha ritrovato questa passione. I due film che immaginava non si sono realizzati ed è stata una fortuna per me, perché ha dirottato sui fumetti questa creatività raccontando un viaggio veramente fatto in Messico alla ricerca della magia di Castaneda».  

Si diverte a raccontare – quasi sceneggiature già pronte per nuovi fumetti – alcuni aneddoti sul magico cappello che indossava sempre Fellini. «Comprato in un pomeriggio di pioggia a Torino a passeggio con un mago. Fellini entra in un negozio ma non riesce a trovare nulla che gli piaccia, questo mago schiocca le dita e dall’alto cade una scatola di cartone con dentro il cappello perfetto e mai più tolto. Una storia che mi ha raccontato Fellini – conclude – e quindi verissima… » scherza sottolineando l’inventiva del maestro.  

L’altro viaggio è quello di Mastorna detto Fernet, «perché molti clown avevano il nome di un liquore, si muovevano come ubriachi», troncata alla prima serie per un “the end” scappato chissà come. Il disegno di Manara è classico, morbido, invita al gesto lento e alla riflessione, ha la bellezza dell’arte italiana già nel suo tratto, è uno stile di vita, così lontano da quello “stressato”, spigoloso e veloce dei supereroi di oggi. Eppure Manara ha disegnato per gli X- Man della Marvel. «Non mi sono allontanato troppo dalla mia idea di bellezza femminile – spiega – quelle della Marvel sono super eroine che sembrano miti moderni, dee dell’Olimpo, divinità pop. Gli americani ci credono, noi dobbiamo fare un po’ finta di crederci. Ho rispettato le caratteristiche che devono avere, devono essere vestite in un certo modo».  

Eppure una sexy copertina per la donna ragno ha suscitato molte proteste. «Ho cercato di rappresentare nel modo meno problematico possibile una donna in calzamaglia che si arrampica su un grattacielo – ride – ho preferito farla gattonare dall’alto verso il basso, ma una parte del suo corpo sembrava troppo – fa una pausa – ecco, evocativa. La Marvel se l’è cavata mettendo la testata sulla parte incriminata». Le sue eroine rappresentavano con la loro libertà una profonda rivoluzione del costume, ma ora non si è scocciato di essere etichettato per le sue donnine? «Le etichette oggi sono utili, se si entra in una libreria specializzata in fumetti si capisce quanto sia importante avere uno stile subito riconoscibile».  

Le sue storie che rapporto hanno con la realtà? Sono una fuga? «In questo sono molto d’accordo con Fellini. Non ha senso riprodurre la realtà, ci sono già i giornali con le loro bruttezze o bellezze. Si tratta di dare un’interpretazione anche psicologica della realtà. Si parte da un elemento reale, uno spunto concreto che renda credibile la storia poi preferisco dare spazio alla fantasia a una dimensione onirica».  

La realtà piomba di botto con una domanda su Wolinski, uno dei fumettisti uccisi nella redazione di Charlie Hebdo. «Un grande disegnatore, ci siamo visti spesso, siamo stati insieme in giuria in alcuni festival. Una volta premiò un mio lavoro. E una mia storia è stata pubblicata su Charlie Hebdo». Un sogno da realizzare in Sicilia? Un libro o un personaggio che la ispira? «Mi piacerebbe molto lavorare con Camilleri. Il Gattopardo è meraviglioso, ma sarebbe fantastica una saga a fumetti da I vicerè».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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