L’arrivo in solitario di Polanc al Rifugio Sapienza in quel 9 maggio ricco di emozioni sull’Etna. L’abbraccio di Pedara ai campioni della corsa rosa con la seconda tappa vinta da Gaviria e l’ovazione nella sua Messina per Vincenzo Nibali. Due tappe che hanno segnato non solo il ritorno in Sicilia del Giro d’Italia (mancava dal 2011 da quel trionfo di Contador, poi annullato dal caso clenbuterolo), ma hanno sancito ancora una volta il rapporto d’amore tra il popolo siciliano e il ciclismo, che profuma di storia dai tempi di Fazio e Corrieri ai nostri giorni con lo “Squalo dello Stretto”, Visconti e Damiano Caruso.
SCOMMESSA VINTA.
La scommessa era, dopo il bilancio positivo a livello organizzativo, riprovarci per scrivere un capitolo nuovo del Giro d’Italia in Sicilia che mai per due anni di fila è tornato sull’Isola. Realizzare ancora un sogno per completare un progetto, per valorizzare la sinergia sport-turismo a 360°. E nel ciclismo le intuizioni fanno spesso la differenza. L’accordo tra la Regione Sicilia e il Giro d’Italia con la Rcs Sport, sotto la direzione tecnica di Mauro Vegni, è stato siglato. La regia dell’operazione è dell’assessore allo Sport e Turismo, Anthony Barbagallo, che in questi mesi – supportato dal suo staff – ha creduto nella possibilità di riportare lo spettacolo sulle nostre strade con una logica determinata di sviluppo. Le indiscrezioni che si rincorrevano in queste settimane si sono trasformate quindi in realtà. Nel disegno del Giro numero 101, dalla quarta alla sesta tappa, i campioni del pedale non si risparmieranno di certo.
TRE TAPPE.
Tutto nascerebbe già dopo la tappa dell’Etna, il 9 maggio, al termine di una giornata ricca di sensazioni positive. L’assessore Barbagallo – che conosce bene l’Etna – insieme con i collaboratori più stretti decise, prima di raggiungere Pedara, di visionare la zona di monte Vetore e la salita del Valentino, un vero e proprio muro che presenta pendenze importanti e che proietta nella zona dell’arrivo che si trova all’altezza dell’Osservatorio Astrofisico.
Quelle sensazioni positive di quella giornata hanno spinto a rilanciare la proposta di un pronto remake e convinto Vegni e la Rcs a riprovarci in quello che sarà, alla fine, l’arrivo della sesta tappa che partirà da Caltanissetta. Il progetto non tarda a completarsi. Si parte da Catania – dove lo scorso anno fu inaugurata la mostra sul Giro in Sicilia – e si arriva nella quarta tappa a Caltagirone davanti alla spettacolare scalinata, un traguardo suggestivo che mai prima d’ora nel comune calatino, che ha straordinaria tradizione e dato i natali a grandi politici italiani come Sturzo, Scelba e Milazzo, si era verificato. Lo sport che s’intreccia con la storia. Il giorno dopo la carovana da Agrigento, che fu la sede dei Mondiali di ciclismo con la vittoria di Leblanc su Chiappucci, si arriverà a Santa Ninfa, in una tappa che avrà una valenza non solo sportiva ma certamente simbolica visto che nel 2018 ricorrerà il 50° anniversario (il 15 gennaio) del sisma che distrusse la Valle del Belice.
L’occasione per sensibilizzare ulteriormente il mondo sportivo e non su una piaga mai completamente sanata. Zona che è stata oggetto di sopralluogo a più riprese in queste settimane dello staff dell’assessorato. Lo spettacolo insomma è servito. E gli spunti per riflettere non mancheranno di certo. Manca ora soltanto l’ufficialità dei percorsi a metà ottobre.
L’aspetto turistico anche in questa edizione sarà il comune denominatore perché sono interessati dalle tappe i siti Unesco di Villa Romana del Casale (Piazza Armerina), Selinunte, Agrigento e Palazzolo; la parte barocca con Militello, Caltagirone e Catania, la strada degli scrittori con Vizzini; Ferla e Monterosso Almo (Borghi più belli d’Italia). E si completeranno le nove province siciliane con queste tre tappe.
STORIA DA AGGIORNARE.
Dalla Messina-Catania del 17 maggio del 1930 al 10 maggio scorso il Giro d’Italia ha fatto tappa in Sicilia 17 volte (’30, ’49, ’54, ‘61, ’65, ’67, ’72, ’76, ’82, ’86, ’89, ’93, ’99, 2003, 2008, 2011, 2017). L’arrivo di Santa Ninfa sarà il primo in provincia di Trapani, completando una linea di temporale che collega quella del 1961 che partì da Marsala e arrivò a Palermo dopo 144 chilometri e fu vinta dal belga Louis Proost (prima vittoria straniera in Sicilia nel Giro d’Italia) su Schroeders e Tonucci. L’ultima volta che ben tre tappe arrivarono in Sicilia fu nel 2008. Nella cronosquadre di Palermo vinse la Slipstream con Vandervelde in rosa sulla Csc. L’emergente Riccardo Riccò trionfò sulla rampa di Agrigento su Di Luca e Rebellin. Daniele Bennati chiuse in testa a Milazzo su Zabel e Hondo. Curiosità che si sommano e si moltiplicano. Gli aneddoti non mancheranno.
Ci speravamo in questo ritorno, certi che i portacolori siciliani proveranno a cimentarsi sulle loro strade e tuffarsi nel calore di casa. Damiano Caruso, assente nella scorsa edizione, è reduce da un grande Tour. Vincenzo Nibali, insieme con Giovanni Visconti, sta correndo il Giro di Polonia in vista della Vuelta di Spagna. E magari grandi campioni come Froome proveranno a vincere il Giro dopo aver dominato la scena alla Gran Boucle. Senza dimenticarsi di Dumuloin e Quintana. Gli ingredienti per vivere una lunga attesa ci sono tutti.