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Il gatto e la volpe senza Pinocchio

Il gatto e la volpe senza Pinocchio

Di Carlo Anastasio |

Gatto comico e la Volpe guru hanno improvvisamente scoperto la democrazia? Probabilmente no. Le conversioni sono sempre possibili, ma due sinceri a-democratici (per non dire antidemocratici) come Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio assai difficilmente cambiano natura. Dunque l’apertura al dialogo con Matteo Renzi quasi certamente nasconde qualcosa di oscuro: una trappola, una punta avvelenata, o comunque un secondo fine. Anche perché ci sono troppi sdilinquimenti, troppo zucchero: loro due che – apparentemente presi da illuminazione e resipiscenza – riconoscono la legittimazione popolare ottenuta dal premier con le elezioni europee; il deputato pentastellato Luigi Di Maio che addirittura twitta la sua «felicità» per il sì del governo all’incontro… Roba da non credere, appunto. Di ben altra pasta è fatto il vertice dei cinquestelle. Ha una visione, come si è detto altre volte, palingenetica e persino totalitaria. Cioè: tutto è impuro e sbagliato nel sistema attuale, tutto merita infiniti «vaffa», e ora arriviamo noi e fondiamo la politica nuova, il mondo nuovo, l’ordine nuovo. E ovviamente nemmeno una goccia di spirito veramente democratico, non solo verso l’esterno ma anche all’interno, come dimostrano proprio gli ultimi avvenimenti: Grillo e Casaleggio non hanno consultato il popolo del Movimento prima della svolta dialogante, e Di Maio, incurante della base di militanti e simpatizzanti, si è permesso di offrire la disponibilità a rinunciare al leggendario streaming per l’incontro con Renzi, dando spazio peraltro al contropiede del goleador Matteo, che ora lo streaming lo pretende lui, per evitare «giochini strani », dice. I cinquestelle non replicano, immemori delle loro risposte taglienti del recentissimo passato. Sembrano proprio rabboniti. E viene da pensare al cavallo di Troia. «Temo i greci anche quando portano doni», fa dire Virgilio – nell’Eneide – a Laocoonte. Vuoi vedere che l’offerta di Grillo e Casaleggio è uno stratagemma per superare le alte mura della maggioranza e poi devastarla dal di dentro? Ma forse è l’esatto contrario. In realtà Matteo il Rottamatore – senza più definirsi tale – sta rottamando i miti dei grillini uno alla volta. Usa i social e la comunicazione meglio di loro, abbatte immobilismi, corporativismi, remore burocratiche e privilegi dei Palazzi mentre loro parlano inutilmente di apriscatole. E soprattutto prende voti, mentre loro li perdono. Forse allora il Gatto e la Volpe stanno soltanto cercando di uscire dall’assedio. Però Renzi, che pure dice qualche bugia, tutto è fuorché un ingenuo Pinocchio: metterà a frutto anche le difficoltà altrui per portare a casa le proprie riforme.

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