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Il cugino di Gesù? Si chiamava Giuda ed è il Santo dei casi disperati
Oggi la chiesa ricorda San Giuda Taddeo, un santo poco conosciuto il cui nome viene spesso confuso con quello di Giuda Iscariota il traditore di Gesù.
Giuda Taddeo, invece era il cugino di Gesù sia da parte di padre (il padre di Giuda era il fratello di San Giuseppe, Alfeo) sia da parte di madre, Maria di Cleofe, che era la cugina di Maria Santissima.
Nato a Cana di Galilea, in Palestina, Giuda Taddeo trascorse l’infanzia con Gesù e fu tra i primi ad essere chiamato fra gli apostoli. Aveva quattro fratelli: Giacomo, Giuseppe, Simone (detto il “Cananeo” che viene ricordato oggi assieme a lui) e Maria Salomé. Giacomo, fu anche lui apostolo e primo vescovo di Gerusalemme, Giuseppe era conosciuto come “il Giusto”, Simone fu il secondo vescovo di Gerusalemme dopo Giacomo e Maria Salome, l’unica sorella, fu madre degli apostoli San Giacomo Maggiore e San Giovanni Evangelista.
Si pensa che abbiano trascorso molto tempo insieme San Giuda Taddeo, suo cugino Gesù e i suoi zii Maria e Giuseppe. Questa convivenza, oltre alla parentela prossima, portò San Marco (Mc 6, 3) a citare nel Vangelo San Giuda Taddeo e i suoi fratelli come “fratelli” di Gesù.
Il soprannome Taddeo è di derivazione incerta e viene spiegato o come proveniente dall’aramaico “taddà”, che vuol dire “petto” e quindi significherebbe “magnanimo”, oppure come abbreviazione di un nome greco come “Teodòro, Teòdoto”. Di lui parla solo Giovanni che nel Vangelo segnala una sua richiesta fatta a Gesù durante l’Ultima Cena. Dice Taddeo al Signore: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». La risposta di Gesù fu: «Se uno mi ama osserverà la mia parola, e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14,22-23).
Giuda Taddeo iniziò la sua predicazione in Galilea. Dopo andò in Samaria e verso altre popolazioni giudaiche. Prese parte al primo Concilio di Gerusalemme, che avvenne nel 50, ed evangelizzò la Siria, l’Armenia e la Mesopotamia (attuale Iran), dove si incontrò con il fratello Simone (il Cananeo). Il loro destino fu il martirio, pare che siano stati uccisi in Persia, dove la loro opera di evangelizzazione era avversata dagli stregoni e dagli indovini del posto. Giusa e Simone si rifiutarono di fare sacrifici agli dei e furono uccisi – pare nel 70 d. C. – a colpi di bastone, secondo alcune fonti, o decapitati con l’ascia, secondo altre. I loro resti mortali si trovano nella basilica di San Pietro a Roma, nella cappella laterale di San Giuseppe.
Santo dei casi disperati e delle cause perse, non è chiaro come questo patrocinio gli sia stato attribuito. Secondo una tradizione, la gente non pronunciava mai il nome “Giuda” per via della sua associazione al traditore Iscariota, e il risultato era che pochi invocavano San Giuda Taddeo, l’apostolo. Se qualcuno lo faceva, era segno che era proprio disperato, e San Giuda, che aveva “immagazzinato” molte grazie che non erano state richieste, era quindi molto generoso nell’intercedere nei casi più complicati. Un suggerimento alternativo è che interceda in questi casi perché egli stesso ha affrontato molte situazioni difficili, ed è quindi predisposto ad aiutare gli altri a fare lo stesso.
Secondo Niceforo Callisto, uno studioso greco del XIV secolo della storia della Chiesa, San Giuda Taddeo sarebbe stato lo sposo delle nozze di Cana, il matrimonio cui partecipò Gesù trasformando l’acqua in vino. Sappiamo che c’era anche sua Madre, così come i suoi “fratelli”. Giovanni non dice chi fosse lo sposo, ma la presenza sia di Gesù che di Maria rende probabile che si trattasse di un amico stretto o un parente. L’opera di Callisto, però, si basava soprattutto su altre non più esistenti, e quindi è probabile che abbia tratto le informazioni da fonti non più verificabili disponibili per giungere a questa conclusione.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA