IL COMMENTO
Il coronavirus, la scienza e l’altra faccia della paura
C’è un virus subdolo che ammorba la nostra quotidianità. Non è il coronavirus che ha portato morte anche in Italia. È la paura ascientifica, se ci passate il termine. È la sindrome che, combinata con la diffidenza verso l’altro, rischia di farci perdere un’altra fetta di socialità.
Dopo avere provato a chiudere i porti, se colpiti da questa malattia saremo tentati da chiudere le porte. E ci chiederemo se sarà pericoloso andare a fare la spesa al supermercato, timorosi che il vicino di scaffale possa essere rientrato proprio ieri dal Lodigiano, proveremo ad allontanarci da quel tizio con la tosse nella poltrona di fianco, al cinema, non perché dia fastidio interrompendo la serena visione del film, ma perché immagini possa avere in casa parenti venuti dal Veneto. E sguardi sospettosi in chiesa, in ufficio, allo stadio, in palestra, restringendo la circonferenza del cerchio intorno a noi.
Una quarantena emotiva ancorché non fisica. Perché il focolaio non è più così distante, non appartiene a mondi diversi, a regioni sconosciute sino a ieri l’altro.
Questa paura è cosa diversa dalla normale prudenza, dalle severe regole imposte dai protocolli d’emergenza, che si aggiornano in base alle condizioni date e alle politiche di prevenzione, per quanto è possibile prevenire o comunque controllare una pandemia. Il virus della paura ascientifica supera queste barriere burocratiche, resiste alle notizie vere e si alimenta di quelle false, le più incredibili e forse proprio per questo le più tenute in considerazione, oggi che l’iperbole fantasiosa è scambiata per banale verità. E però ci sono gli anticorpi per combattere questa malattia: sono le ricerche scientifiche. Alla scienza, solo ad essa e non alle suggestioni, dobbiamo affidarci.
La politica, poi, faccia un passo di lato: si limiti, se ne è capace, ad organizzare la macchina da guerra che serve per affrontare un’emergenza planetaria. Ma ci risparmi lo scambio di accuse nel salottino tv, magari con il plastico d’ordinanza e il sondaggio d’accompagnamento. Non accadrà, purtroppo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA