E’ la prima uscita ufficiale del cioccolato di Modica “europeo”. Sul “red carpet” del Sigep, a Rimini, la più importante rassegna del food “dolce” artigianale (che si chiude domani) la mitica tavoletta ha indossato la sua veste Igp e a firmare la “griffe” è la Zecca dello Stato con un sigillo ufficiale che d’ora in poi marchierà tutte le tavolette e che sarà il loro “passaporto digitale”, sistema che permetterà tramite un’app gratuita («Trust Your Food»), di verificare in modo semplice e immediato autenticità, tracciabilità e genuinità del prodotto. Il progetto, avviato con il Consorzio di Tutela e presentato al Sigep, è stato realizzato dal Poligrafico dello Stato con la supervisione di CSQA Certificazioni e la Fondazione Qualivita.
Sprizza soddisfazione da tutti i pori il direttore del Consorzio di Tutela del Cioccolato modicano, Nino Scivoletto a Rimini con una delegazione della Città della Contea capitanata dal sindaco, Ignazio Abbate.
Un giorno importante per il cioccolato di Modica Igp…
«Certamente, diviso in tre momenti fondamentali. Uno istituzionale, che riguarda il primato europeo del cioccolato di Modica; poi il passaporto digitale, cioè il sigillo della Zecca dello Stato, che batte solitamente moneta, con il contrassegno che verrà apposto su ogni barretta Igp e la relativa applicazione di tracciabilità del prodotto; infine cinque cioccolatieri del Consorzio al lavoro con la preparazione “live” del cioccolato di Modica».
L’Igp più che un punto d’arrivo è, insomma, un punto di partenza…
«Assolutamente. È una vetrina importante, perché consente a questo prodotto di entrare nel concetto di distribuzione europea e non solo. Dal 15 ottobre, quello di Modica non è “uno dei cioccolati”, ma l’unico cioccolato Igp, vale a dire il solo per il quale la presenza dei due ingredienti principali, la pasta amara di cacao e lo zucchero, fusi insieme a bassa temperatura, diano vita a questo inaspettato ed inedito aspetto “granuloso”, che poi è quello per cui si distingue».
Una caratteristica che in Europa, i consumatori comprendono?
«Il cioccolato di Modica si pone come un prodotto alternativo al cioccolato convenzionale. È vero, è un cioccolato atipico rispetto a quello cui sono abituate la maggior parte delle persone, ma in Europa c’è un consumatore molto evoluto. Se siamo passati da 500mila barrette a 12 milioni e mezzo di barrette l’anno, ci sarà una ragione. Le nuove frontiere del cioccolato, del resto, stanno evolvendo in tutto il mondo nella direzione delle lavorazioni a bassa temperatura degli ingredienti. Noi, nella sostanza, stiamo riconfermando una tecnica già consolidata da tre secoli, gli altri, invece, devono fare un passo indietro. Se nel passato scioglievolezza e concaggio (due cose vietate nel nostro cioccolato) erano gli elementi di forza, oggi comandano la bassa temperatura e il massimo rispetto per il prodotto cacao in modo da poter preservare al massimo le sue proprietà organolettiche».
Quali sono i mercati di riferimento per il cioccolato di Modica?
«Il 40% è nazionale, il 60% è già internazionale, europeo, più Cina, Giappone, Usa, Australia…».
E il marchio Igp non è ancora uno strumento di marketing…
«Ancora deve essere utilizzato perché il riconoscimento è freschissimo. Io credo che quello che abbia fatto emergere nell’immaginario collettivo il cioccolato di Modica, sia stato il corredo documentale archivistico che si porta dietro. Un cioccolato che ha una radice storica nel 1746 è veramente unico. Noi siamo riusciti in questa narrazione, prima all’Expo di Milano del 2015, poi al G7 di Taormina, in questi due appuntamenti di caratura internazionale abbiamo fatto conoscere questa specificità del territorio».
Quanti sono i produttori di cioccolato di Modica Igp?
«Sono 12 in questo momento e altri 20 hanno fatto richiesta per il marchio Igp, le pratiche sono in itinere. Da oggi poi c’è la barretta Igp con l’applicazione del sigillo della Zecca dello Stato. Da qui ad una settimana le aziende che sono già certificate e, nel frattempo, quelle che ne hanno fatto richiesta, partiranno con le tavolette certificate».
Il 2018 è stato l’anno storico per voi, nel 2019 che progetti avete?
«Dopo la conquista della certificazione, puntiamo alla conquista dei mercati. Oggi siamo al Sigep, ma saremo in tutte le manifestazioni internazionali con il nostro cioccolato Igp, dal “Salon du chocolat” di Parigi, alla Bit di Milano e racconteremo la storia del cioccolato come attrattore turistico per la Sicilia, non per niente lo faremo assieme alla Regione. Un’altra cosa che faremo è il deposito del dossier per l’iscrizione della tecnica della lavorazione del cioccolato patrimonio immateriale dell’umanità, un impegno che avevo assunto assieme alla prof. Grazia Dormiente (direttrice culturale del Consorzio di tutela del Cioccolato di Modica). Proprio l’altro giorno Alberto Angela è stato a Modica nel “Dammuso” del maestro cioccolataio per girare una puntata del documentario “Meraviglie” e registrare la tecnica settecentesca di lavorazione del cioccolato».
A chi farebbe assaggiare una tavoletta di cioccolato di Modica?
«A tutti (ride ndr). Penso al prossimo G20, porteremo le nostre barrette di cioccolato in modo tale che possano diventare un elemento di pace».