Il “Bianco” di Marian Trapassi che esplora il pop

Di Redazione / 23 Febbraio 2019
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Passo dopo passo a costruire con i tempi di un artigiano la tua storia, vivendola come una bolla infrangibile, incastonando emozioni, difficoltà, voglia di raccontarle.

Quarto album per Marian Trapassi, palermitana dal ricco retroterra musicale iniziato con gli Entropia, per divulgarsi successivamente attraverso la lettura di tre capitoli precedenti a questo recente “Bianco”.

Pop d’autore, contaminazione con la canzone raffinata, una velata leggerezza enunciata insieme alla forza delle parole, senza alcuna ostentazione, una crescita nella scrittura testimoniata dalla frequentazione del Cet, la scuola di formazione artistica creata da Mogol.

Dove inizia la vita di questo disco…
«”Bianco”, nasce sotto l’ala della purezza, della trasparenza, della spontaneità, avevo la necessità di esprimermi istintivamente…

“Solo una parola”, è uno scherzo, un segmento facile o un giocare sulla scansione della parola….

Un giocare grazie alla forza delle parole, la considero una foglia indirizzata al mio papà…

Qualche anno fa, hai frequentato il Cet, la scuola di formazione artistica nata da un’idea di Mogol…
Ho visto nascere la scuola, non esisteva una struttura, ci si muoveva in uno spazio provvisorio, eravamo colmi di entusiasmo per l’idea e il confronto che la stessa permetteva nell’incontrare periodicamente Gino Paoli, Mango, firme istituzionali…

L’album contiene “Futuro”, una scrittura dove menzioni John Lennon, Prince, David Bowie, Lucio Dalla, Leonard Cohen, artisti dalla traccia indelebile…
Riferimenti fondamentali per la mia vita artistica, personaggi senza tempo o legati a tendenze effimere, nel comporla ho provato la sensazione che stessi dialogando con loro…
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Redazione
Tag: bianco cultura miriam trapassi