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I popoli “pastari” come noi? Tunisia, Venezuela e Grecia

Di Alessandra Moneti |

ROMA – Spaghetti, fusilli e rigatoni: il mondo fa il bis. Negli ultimi dieci anni il consumo di pasta è pressoché raddoppiato, da 9 a 15 milioni di tonnellate. Ed è Made in Italy un piatto su quattro di quelli divorati nei quattro angoli del pianeta. Per la Giornata mondiale della Pasta, il 25 ottobre, i pastai italiani di Unione Italiana Food hanno fatto il punto su un settore simbolo del nostro Paese e della Dieta Mediterranea.

Una produzione industriale che vale 4,8 miliardi di euro e che, nelle 120 aziende rappresentate, dà occupazione a circa 7500 addetti. Con la semola tradizionale ne esistono oltre 300 formati che rappresentano il 90% del mercato, ma prende quota l’integrale (con tassi di crescita nel nostro paese prossimi al 20%). E, addirittura, quella realizzata con la stampante 3D.

Ogni italiano ne consuma 23 kg all’anno, con buon distacco sui pasta-lover di Tunisia, 16 kg, Venezuela, 12 kg e Grecia, 11,2 kg. La pasta resta dunque un punto fermo in tavola e nei menu di un’Italia che ha cambiato modo di mangiare. Anche se la metà della popolazione (53%), secondo una ricerca Eumetra-Unione Italiana Food, afferma di aver mutato negli ultimi tre anni abitudini nutrizionali, gli italiani votano la pasta come «il vero piatto tipico italiano».

Nove italiani su 10 la mangiano regolarmente. Addirittura 1 su 3 (36%) lo fa tutti i giorni. Ma nei maccheroni non c’è solo tradizione. E’ anzi il piatto del futuro secondo gli chef e per quei consumatori che, a caccia di nuovi gusti e consistenze, nel carrello danno anche spazio per variazioni sul tema, a cominciare da pasta integrale (30%), di legumi (10%), di farine diverse (9%), senza glutine (6%). A ridursi sono però le porzioni: si restringe del 17% la porzione media (passata da 106 grammi a 87 grammi) e cala del 6% la frequenza di consumo di spaghetti & Co. Del resto il 39% degli italiani dichiara di mangiare meno di due o tre anni fa e prestare sempre più attenzione alla salute e alla qualità.

Quest’anno la Giornata mondiale della pasta (25 ottobre) durerà una settimana (18-25 ottobre). La manifestazione che da 21 anni racconta il piatto principe della dieta Mediterranea nell’edizione 2019 mette al centro l’eccellenza italiana della pasta come simbolo del mangiar bene fatto di ricerca, emozione e creatività. E quali migliori interpreti se non gli chef che hanno dato un convinto sì alla nuova kermesse internazionale «Al Dente». In 130 ristoranti in Italia e nel mondo il menu evidenzierà un piatto di pasta ispirato al tema #pasta2050, cioè quello che mangeremo tra 30 anni, esplorando le sei principali tendenze. Tra gli autori delle ricette visionarie anche «pesi massimi» della cucina come Heinz Beck, i Fratelli Alajmo, Rosanna Marziale. Pastai e professionisti della ristorazione vogliono così sottolineare che la pastasciutta è un vero piatto tipico italiano, sazia, è e sarà un punto fermo della dieta. Alla faccia dei falsi miti sui carboidrati che sconsiglierebbero di mangiare la pasta la sera, mentre sembra un’amica del sonno.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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