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Guardia Costiera, è “siciliano” il calendario degli angeli del mare

Di Fabrizio Villa |

Catania – Ho voluto realizzare queste fotografie a Catania e nei suoi dintorni, non soltanto perché questa è la mia terra, ma perché questi luoghi, che a me sono cari, sono stati il teatro di tanti salvataggi di vite umane in cui la Guardia costiera, come sempre, ha profuso energie, impegno, umanità e facendo onore a quelle divise che ora illustrano i dodici mesi dell’anno. Le ho volute immergere in questo paesaggio dall’indiscutibile bellezza perché Catania, con il suo porto e con il suo aeroporto dove ha sede uno dei nuclei aerei del Corpo, è oggi un luogo strategico per l’attività della Guardia costiera.

Luoghi simbolo della Sicilia come il piccolo porto dei Malavoglia ad Aci Trezza, dove il catanese Giovanni Verga ha ambientato la vicenda della famiglia di pescatori più nota della letteratura. O il Teatro antico di Taormina, emblema di quel patrimonio archeologico, anche sommerso, di cui l’Italia è ricca e che il Nucleo operatori subacquei della Guardia costiera contribuisce a recuperare e salvaguardare. Ma anche i simboli della mia città: il Duomo, il Teatro Bellini, la Badia di Sant’Agata, un cuore pulsante incorniciato dall’Etna, colonna del cielo – come lo definì il poeta Greco Pindaro nel V secolo a. C. – che guarda il Mediterraneo e le Isole Eolie.

Un omaggio al paesaggio – naturale, urbano, artistico –, uno sfondo perfetto per questi ritratti di persone normali che fanno un lavoro speciale. Le donne e gli uomini della Guardia costiera, con le loro divise. Uniformi diverse che simboleggiano funzioni diverse, tutte al servizio della collettività, per la tutela di chi in mare naviga, lavora, vive. Ventinove volti di donne e uomini che per me rappresentano i volti di tutti gli 11mila membri di questo grande equipaggio italiano.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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