PALERMO – Almeno 400 mila bimbi fra i 7 e i 9 anni e 800 mila adolescenti italiani fra i 10 e i 17 anni giocano d’azzardo. Questi i dati rilevati da un’indagine nazionale condotta da Datanalysis presentata all’International Pediatric Congress on Environment, Nutrition and Skin Diseases di Marrakech e analizzata nel nuovo numero di Asud’Europa, settimanale del Centro Pio La Torre dedicato alle ludopatie. «Il gioco – spiegano i curatori del rapporto – entra nelle vite dei ragazzini in maniera strisciante perché è un’attività «normale», tollerata e praticata abitualmente in famiglia. Il 50% dei genitori frequenta sale scommesse più o meno frequentemente: in questa situazione, non stupisce che il 55% dei ragazzi partecipi ai giochi d’azzardo dei grandi o chieda di farlo».
E d’altronde in media quasi il 5% del Pil delle province siciliane è speso in gioco d’azzardo. A comandare la classifica delle province del’isola, secondo i dati diffusi dalla Consulta Nazionale Antiusura, è Palermo con il 6,64%, segue con il 5,88% Trapani, e il 5,54% di Messina. Tra le altre province si registra il 5,10% di Catania, il 4,98% di Siracusa, il 4,94% di Agrigento, il 4,80% di Caltanissetta e infine il 3,59% di Enna.
Di oltre 1 miliardo di euro, la spesa totale per i giochi, che corrisponde al 6,2% del dato nazionale. Gli apparecchi da intrattenimento – New Slot e Vlt – hanno totalizzato 391 milioni di euro di giocate, il 38,4% del totale regionale, un dato nettamente inferiore alla media nazionale (57%). Il lotto è la seconda voce in termini di spesa con 241 milioni di (23,6%), seguito dai gratta e vinci con 202 milioni di (19,7% del totale). Questi tre giochi, da soli, rappresentano più dell’81% della spesa complessiva della Sicilia. Su questi flussi finanziari si allunga la mano della criminalità: l’incidenza del «nero» delle slot machine sul Pil delle province è di 1.5% per Palermo, Caltanissetta 1.1%, Catania 1.0%, Trapani e Agrigento 0.8%, Messina 0.6%, Siracusa 0.4%, Ragusa ed Enna 0.3%.