Gabriel Garko il superbello con mamma catanese e fidanzata di Messina

Di Mariella Caruso / 12 Febbraio 2016

SANREMO. Impacciato. Incline, per sua stessa ammissione, a infilare una gaffe dopo l’altra («Avrei bisogno di qualcuno che mi seguisse per evitare che ne faccia»). Geloso del suo privato. Consapevole della sua bellezza («Sono stato anche stalkerato da una giornalista russa che voleva avere “piccolo Garko” e mi ha chiesto di donarle il seme»), e anche delle critiche e degli sfottò concentrati, invariabilmente, sulla sua sessualità, sul presunto ricorso alla chirurgia estetica e sulle sue doti artistiche, ovviamente inesistenti per i suoi detrattori. «Rimango basito quando parlano dei miei zigomi, del botox che avrei fatto e dei capelli che mi tingerei», dice piccatamente.

 

«Educatamente dico anche che mi son girate le palle quando le mie parole sulle unioni omosessuali sono state travisate – aggiunge -. Soltanto quando si smetterà di classificare le persone in base a quello che fanno a letto, saremo normali. Però siamo in Italia, e mi piacerebbe sapere cosa fanno in camera da letto molti di quelli che criticano. Forse bisognerebbe che prima di giudicare ognuno si guardi allo specchio: a me è capitato di infilare casualmente la mano in un letto in cui stavo girando una scena e, nell’imbarazzo generale, di trovarci una manetta».

 

Questo non significa, però, che Garko porterà in scena il simbolo arcobaleno (anche se ieri sera la montatura dei suoi occhiali aveva quei colori) scelto dai cantanti per dare il loro appoggio alle unioni civili. «Il solo chiedermi se lo indosserò è come se mi si volesse costringere a farlo, e io vorrei decidere da solo», sottolinea.

 

Nel bene e, molto di più, nel male, il “valletto” Gabriel Garko è uno dei bersagli preferiti di questo Festival di Sanremo. Colpa di quel gobbo che continua a leggere («Ma se non si dovesse perché starebbe là? »), di quello strano movimento della lingua che non riesce a tenere a bada («Mi capita quando sono emozionato, anche a causa di un apparecchio che porto in bocca per raddrizzare un dente»), del claudicante italiano per il quale è finito nel mirino.

 

«Rivendico la correttezza di “Ho sceso le scale”», dice. E la crusca gli dà ragione. E, probabilmente, gliela darebbero anche molti di quelli che continuano a bersagliarlo. «In questi giorni ho deciso di non leggere nulla. Nel tempo ho imparato a tirare su i muri davanti alla gente che insulta raggiungendo livelli di bassezza allucinante. Accetto qualsiasi critica sotto il profilo professionale, ma nessuna su altri fronti», sottolinea Gabriel, nato Dario Oliviero da padre veneto e madre catanese che mercoledì sera, in diretta dall’Ariston nell’intervista doppia con Nino Frassica, hanno scoperto che il loro figlio ha detto addio al cognome tramandato e al nome che loro avevano scelto per lui 43 anni prima.

«Ma non mi hanno ancora chiamato, magari hanno pensato che fosse uno scherzo e glielo lascio credere visto che mio padre ha 81 anni», spiega rivelando anche un certo desiderio di paternità. «Mi piacerebbe avere dei figli, ma non amo programmare le cose. Ho 43 anni, mi dispiace non averli fatti prima, mi piacerebbe adottarne», aggiunge sottolineando, però, che non si sposerà mai perché «poi non si fa più sesso, ma l’amore solo per dovere». Garko è così, parla senza filtri senza sottrarsi ad alcuna domanda e infarcendo le risposte di parolacce e scherzando molto sul sesso («Io lo faccio sempre, soprattutto sul set per alleggerire la tensione») e su se stesso.

Salvo tornare serio quando c’è da spiegare alcune cose. La prima: «Sono a Sanremo perché volevo dare una sferzata alla mia carriera, avevo voglia di fare cose nuove e quando è arrivata questa occasione l’ho colta al volo». La seconda: «Avevo detto che a Sanremo non sarei stato un personaggio, voglio essere me stesso fino alla fine. Tanto ci sarà sempre chi mi ama e chi mi odia. Del resto sono entrambi sentimenti, e va bene così». La terza: «Sono una persona semplice, a volte devo ricordarmi che sono famoso. L’essere riconosciuto è una conseguenza del fatto che il mio lavoro va bene, e a volte penso a cosa accadrà quando tutto finirà perché in tutte le carriere c’è una salita e, siccome è difficile mantenere il successo e quando sei noto non ti si perdona nulla, anche una discesa».

Non è metaforica, invece, la “discesa” che un 15enne Garko fece fino in Sicilia per conoscere la terra di mamma che, adesso, è anche la terra della sua fidanzata, la 21enne collega messinese Adua Del Vesco. «Fu una vacanza lunghissima che ricordo ancora, anche se con i parenti siciliani non ci sentiamo più molto. In Sicilia sono tornato per girare L’onore e il rispetto, e mi dispiace che un popolo e una terra così accogliente non abbia tutto quello che si merita – osserva -. La Sicilia, coi suoi luoghi che fanno cadere la mascella per la loro bellezza, dovrebbe essere affollata di turisti. Purtroppo, però, per la nomea che ha, questo non accade e mi dispiace molto. Ma questo è un discorso che si può estendere a tutta l’Italia che potrebbe vivere di rendita per il suo patrimonio».

 

Un patrimonio di eleganza sono, anche, i cinque attori ai quali Garko si è ispirato per i suoi look all’Ariston: Paul Newman, Marcello Mastroianni, Cary Grant, Sean Connery e Marlon Brando. Tutti, gli fanno notare, non esattamente saggi. «Mi piacciono perché un artista dev’essere fuori di testa». E tu lo sei? «Non lo so – conclude rivelando il suo sogno di fare il regista -, ma ho detto sì a Ronconi e mi sono trovato in scena con Mariangela Melato, e adesso sono qui a Sanremo…».

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Pubblicato da:
Redazione
Tag: cultura gabriel garko mariella caruso sanremo 2016