G7 a Taormina, non solo ritardi ma anche rischio antagonisti

Di Andrea Lodato / 23 Febbraio 2017

Come? Dove? Quando? Domande ovvie, solite. Ma, stavolta, è un po’ più complicato dare risposte, perché per il movimento già costituito “Contro il G7 di Taormina”, raggiungere non tanto e non solo i luoghi del vertice, ma anche semplicemente avvicinarsi alla città che ospiterà il G7, sarà tutt’altro che semplice. Taormina sarà blindata e, prima ancora, irraggiungibile, anche per chi volesse andare a passare qualche ora nella località turistica, anche per chi volesse andare a trovare parenti o amici. Misure rigidissime. Il che significa che, chiuse le due porte della città, ma molto a valle, Taormina sarà chiusa a qualunque visitatore. Il che, detto per inciso, è anche il motivo che ha convinto nei giorni scorsi il governo italiano a non prendere in considerazione un’idea che era effettivamente balenata alla luce dei problemi strutturali che l’organizzazione e la logistica presentano: al Viminale hanno detto no all’ipotesi di spostare il G7, per evitare un’altra situazione catastrofica come quella del G8 di Genova. Insomma, meglio fare i conti con i rischi di disorganizzazione, di strade impercorribili, di un Palacongressi inagibile, che affrontare a viso aperto i ribelli del Contro G7.

Che, comunque, non si arrendono. L’assemblea regionale del coordinamento “Contro il G7 di Taormina”, si è riunita, infatti, nella biblioteca di Giardini Naxos, per un confronto tra tutte le realtà siciliane «impegnate – spiega un comunicato – per la costruzione di un percorso di mobilitazione contro il G7. L’assemblea, concludendo l’incontro, ha dato mandato ai rappresentanti del comitato di Messina di recarsi, alla questura messinese per chiedere l’autorizzazione per manifestare a Taormina contro il G7». Missione effettuata, con i rappresentanti del No G7 che sono stati ricevuti dai dirigenti della Digos. Risposta scontata: impossibile fare manifestazioni dentro Taormina nelle giornate del G7. Tra ribelli e rappresentanti della polizia è stato fissato un altro incontro, ma che possa esserci un’apertura sotto questo aspetto è pia illusione. Non ci sarà.

E, nel frattempo, si susseguono nell’Isola le assemblee dei vari coordinamenti: il prossimo fine settimana a Palermo, nella Facoltà di Lettere, si svolgeranno due giornate di mobilitazione, con la presenza anche di movimenti e soggettività internazionali.

L’assemblea d Giardini Naxos, era il secondo appuntamento regionale indetto dalla rete di associazioni, centri sociali, comitati territoriali, partiti della sinistra radicale, sindacati di base, tutti soggetti determinati a contestare la riunione del G7. Ed erano presenti attivisti arrivati da Catania, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo, Ragusa, Siracusa oltre che di Giardini Naxos e Taormina.

«Si è concordemente deciso – spiegano rappresentanti delle associazioni che hanno partecipato all’assemblea – che la militarizzazione che sta subendo la città di Taormina in questi mesi è inaccettabile, come è inaccettabile quella che subisce la Sicilia da anni con le innumerevoli basi militari come quelle di Sigonella e del Muos. Noi non vogliamo che nemmeno un centimetro quadro del nostro territorio sia usato per programmare, come farà questo G7, nuovi meccanismi di controllo, di repressione globale, di sfruttamento dei migranti, di guerra contro i Paesi del terzo mondo, nuove strategie del debito. Per questo si è dato, concordemente ed unanimemente tra tutte le componenti dell’assemblea, mandato a un gruppo di compagni di comunicare alle questure e prefetture competenti la nostra presenza in corteo a Taormina il 27. La contestazione sarà non solo un momento di piazza, ma verrà preceduta da un forum da tenersi il 26 e che raccoglierà il contenuto delle discussioni che i tavoli tematici che come momenti di dibattito e di confronto permanente attraverseranno l’intera Sicilia nei mesi precedenti al G7. La protesta contro il G7 non sarà, però, solo un dibattito ed un corteo, ma sarà visibile in piazza in ogni grande città siciliana. A partire dalle lotte contro il Frontex ed il Muos e per il lavoro ed i diritti sociali che rappresentano una vera e propria emergenza sociale in un territorio meridionale nel quale la disoccupazione giovanile è oltre la soglia del 40% e le devastazioni ambientali e le nocività assediano la vita delle popolazioni».

Insomma, le premesse sono queste, l’atmosfera che si respira nell’Isola tutt’altro che positiva. Una crisi economica devastante, lavoro che si perde, scuola in ebollizione, un disagio sociale crescente. Quelli di “Sicilia ribelle”, i gruppi contro il G7 di Taormina, si presentano con questo carico di disagio sociale, economico, culturale e civile e vorrebbero presentarlo ai grandi del mondo. Presentarlo a domicilio, possibilmente. La partita è appena cominciata. E non si chiuderà, di sicuro, senza essere giocata.

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