Fisco: Altroconsumo, cashback alla prova dei negozi (4)

Di Redazione / 30 Marzo 2021

(Adnkronos) – Tale documentazione deve essere messa a disposizione, su richiesta, degli organi dell’amministrazione finanziaria, e conservata per un periodo di 10 anni dall’anno in cui il credito è stato utilizzato; il credito d’imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione rispetto alle tasse da pagare, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa e deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di maturazione del credito e nelle dichiarazioni dei redditi relative ai periodi d’imposta successivi fino a quello nel quale se ne conclude l’utilizzo.

L’Agenzia delle Entrate ha emanato il 29 aprile 2020 un suo provvedimento che regolamenta il funzionamento del credito di imposta del 30% previsto dall’articolo 22 comma 6 del decreto fiscale del 2019; in particolar modo disciplina le comunicazioni obbligatorie che banche ed istituti di pagamento devono inviare all’Agenzia dell’Entrate ai fini del credito di imposta da riconoscere agli esercenti che hanno con loro una convenzione per accettare pagamenti digitali. Le comunicazioni devono essere fatte entro il 20 del mese successivo a quello in cui sono stati effettuati i pagamenti digitali da un consumatore. Banca d’Italia con un provvedimento del 21 aprile 2020 ha inoltre regolamentato le comunicazioni che banche e istituti di pagamento devono inviare periodicamente agli esercenti sulle commissioni pagate affinché sappiano quale credito d’imposta spetti loro. Le comunicazioni devono essere inviate entro il 20 del mese successivo a quello in cui sono state effettuate dai consumatori le spese pagate in modalità digitale.

Che fare allora? La soluzione potrebbe essere di azzerare le commissioni di incasso per i pagamenti inferiori ai 10 euro. In questo modo si favorirebbe l’accettazione dei pagamenti digitali dando una scossa al mercato. D’altra parte, l’esperienza di app di pagamento come Satispay dimostra che con commissioni basse (nessuna sotto i 10 euro e una fissa di 20 centesimi sul resto) ed eliminando il costo fisso del Pos, i piccoli esercenti si avvicinano ai pagamenti digitali. Insomma, sostiene l’associazine dei consumatori, bisogna ripensare le commissioni sui pagamenti digitali per renderli sostenibili anche per i piccoli esercenti. I consumatori dal canto loro devono poter usare la carta sempre.

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