Feste religiose e infiltrazioni mafiose «Le candelore di Sant’Agata fuori controllo»

Di Rossella Jannello / 10 Luglio 2014

CATANIA – La polemica seguita all’«inchino» della statua della Madonna di fronte all’abitazione del boss della ’ndrangheta Peppe Mazzagatti a Oppido Mamertino, in Calabria, non risparmia Catania dove il «Comitato per la legalità delle festa di Sant’Agata» si interroga sulla commistione perversa fra fede e ossequio alla criminalità. Chiedendo che la città, dove si sono compiuti molti passi avanti, non abbassi la guardia. «Quello che è avvenuto a Oppido Mamertino – scrivono Camarda, Ciancio, Famoso e Gurrieri – riporta alla memoria eventi simili avvenuti storicamente nel corso della festa di Sant’Agata. Oggi sarebbe difficile affermare che il fercolo continua a fermarsi, come avveniva in passato, di fronte alla casa di boss mafiosi. Lo stesso non si può dire per quanto riguarda le candelore, il cui comportamento continua in gran parte ad essere al di fuori di ogni controllo istituzionale. Ed infatti, sappiamo da vari collaboratori di giustizia come in passato diverse candelore fossero contese tra i clan Santapaola e Cappello, e come i denari chiesti ed ottenuti da vari stabilimenti commerciali nel corso delle celebrazioni siano stati usati per armi e droga. Ma, come sappiamo, le aree oscure della festa di S. Agata, soprattutto nella edizione di febbraio, non riguardano solo le candelore: due altri fenomeni sono altamente preoccupanti: l’esistenza ancora massiccia di venditori ambulanti abusivi e l’opprimente presenza dei portatori dei ceroni che da soli riescono a determinare i tempi della festa». «La presenza della criminalità organizzata nelle feste religiose – dice ancora la nota – non è certamente un fenomeno esclusivamente catanese, come dimostrano i fatti di Oppido Mamertino. La risposta a questo tipo di fatti, però, non può essere affidata al pur valoroso operato delle forze dell’ordine. Le istituzioni e la società civile devono assumersi le proprie responsabilità». «Per questo motivo – concludono Camarda, Ciancio, Famoso e Gurrieri – continuiamo a chiedere all’Amministrazione comunale di convocare quanto prima un tavolo di dialogo tra tutti gli attori principali nella festa di S. Agata, e cioè il Comune e la Chiesa e le organizzazioni che da essi dipendono, quali le corporazioni delle candelore, le associazioni agatine, i responsabili del fercolo, con la partecipazione delle forze dell’ordine, della protezione civile e dello stesso comitato per la legalità nella festa di S. Agata». Intanto in Calabria, il vescovo di Oppido-Palmi, mons. Francesco Milito, ha sospeso lo svolgimento di tutte le processioni della diocesi. La sospensione è a tempo indeterminato. La sospensione è stata disposta dopo la vicenda dell’inchino alla casa del boss Peppe Mazzagatti, ottantaduenne ergastolano ai domiciliari, durante la processione della madonna della Grazie svoltasi a Oppido Mamertina il 2 luglio scorso.

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