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Ex provincia di Enna, la vertenza approda all’Ars ma i precari non si arrendono
Entra nella sua fase più delicata la protesta dei lavoratori precari dell’ex Provincia che da una settimana sono sul terrazzo di un edificio provinciale per chiedere il reintegro a lavoro. Sulla loro agenda non c’è nessun appuntamento di lavoro ma è cerchiato di rosso l’avvio dei lavori dell’Ars e la ripartizione dei fondi ai Liberi Consorzi. Il primo, tanto atteso, appuntamento è in programma oggi quando l’Ars dovrà calendarizzare i lavori d’aula e, quindi, la manovra finanziaria sospesa ad agosto per le pausa estiva spezzando le speranze dei precari di vedersi rinnovato il contratto. Da mercoledì, come anticipato dall’assessore regionale Luisa Lantieri, si parlerà di ripartizione dei fondi ai singoli Liberi Consorzi e da Enna si spera che avvenga secondo una logica di priorità dell’emergenza.
Intanto i precari ennesi continuano nella loro protesta che mira pure ad informare i cittadini sulle conseguenze che rischia di subire il territorio. I precari hanno redatto un documento dove sottolineano quali servizi rischiano di saltare se i loro contratti non verranno rinnovati e se gli enti provinciali non riceveranno i soldi spettanti da parte della Regione.
«La nostra non è, non vuole e non può essere una battaglia solitaria perchè in gioco c’è il futuro di tutto il territorio che rischia di restare senza servizi come la manutenzione stradale, l’assistenza ai disabili o per la scuola» hanno ribadito anche ieri mattina i precari. E a proposito di scuola hanno aggiunto: «Mercoledì saremo davanti le scuole per informare gli studenti ed i loro genitori su quello che sta succedendo ma soprattutto su quello che potrà succedere». Sono diversi i documenti che i lavoratori hanno già fatto ed inviato, ad esempio, al Prefetto per informarla della situazione, ma anche al Commissario straordinario del Libero Consorzio «a cui abbiamo anche dato la nostra disponibilità a tornare a lavoro anche senza contratto pur di garantire dei servizi che spesso sono essenziali». Ma è ai cittadini che in questi giorni si stanno rivolgendo e purtroppo, a parte qualche isolato caso, non si è fino ad ora creato un movimento di solidarietà accanto ai precari della Provincia. Tutto ciò nonostante la consapevolezza che se salta il mondo dei precari dell’ex Provincia è un intero sistema a risentirne. Con megafono in bocca e striscioni appesi nella facciata del palazzo che li sta ospitando sulla terrazza lo hanno gridato più volte nella speranza che davvero possa nascere un forte atto di solidarietà. Ieri hanno intanto assicurato che «ci attendono due giorni decisivi per il futuro nostro e del territorio e non siamo intenzionati a mollare la presa perchè se non si risolve adesso la questione, sarà una partita persa per tutti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA