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Europarlamentarie M5S, Corrao primo Exploit Giarrusso, c’è l’ex baby-alfaniano
Come volevasi dimostrare, ma fino a un certo punto. Vince, come era nelle previsioni, Ignazio Corrao. L’eurodeputato uscente, con 2.839 clic, è il più votato delle europarlamentarie del M5S per la circoscrizione Isole. E sarà lui con tutta probabilità, a guidare la lista degli otto candidati scelti dagli iscritti di Rousseau. La scelta toccherà a Luigi Di Maio, che ha più volte dimostrato stima nei confronti del portavoce alcamese a cui era stato già affidato il delicato compito di coordinare la campagna elettorale per le Politiche 2018. A meno di clamorosi colpi di scena sarà proprio Corrao il portabandiera del movimento nelle Isole, anche se il capo politico s’è riservata la facoltà di indicare capilista “esterni”.
Stamattina, metabolizzato il risultato, arriva il commento di Corrao: «Sono stato il più votato della circoscrizione isole (Sicilia/Sardegna) e questa cosa mi riempie di emozione ed orgoglio. Questo però è solo il secondo passo intermedio. Adesso avanti con la campagna elettorale vera, quella con i cittadini, con i voti di preferenza, in cui avrò bisogno di tutto il vostro sostegno, affetto e aiuto.Vi verrò a trovare ad uno ad uno, come ho sempre fatto. Non è una minaccia, ma un atto di riconoscenza verso centinaia di attivisti che sono il cuore pulsante di questo grande progetto».
Ma il vero protagonista del secondo turno di ieri (s’è votato dalle 10 alle 22) è Dino Giarrusso. L’ex “Iena”, catanese da anni trapiantato a Roma, tallona il super favorito: 2.491 le preferenze ottenute. Una grande dimostrazione di forza, per un candidato considerato “alieno” dall’establishment grillino di Sicilia. Ma evidentemente la base degli attivisti – in tutto 16.501 le preferenze espresse in Sicilia e Sardegna per scegliere gli otto candidati alle Europee – non la pensa così. E il volto televisivo, sottoposto anche a una “dieta catodica” forzata per via delle regole della competizione online (ma anche da qualche maliziosa critica sul suo ruolo di “prezzemolino”, in aggiunta alla segnalazione di un’incompatibilità, poi rivelatasi infondata, con il ruolo di consulente al Miur) ha ottenuto un risultato molto importante. Giarrusso si dice «commosso» e su Facebook posta una foto mentre brinda con un “mandarino al limone” in un chiosco di Catania. Segue un messaggio che sembra voler seppellire ogni rigurgito di polemica: «Adesso dobbiamo solo lavorare per il Movimento, tutti uniti, a testa bassa e senza respirare un attimo, perché solo il M5S può cambiare in meglio l’Europa, come sta cambiando l’Italia».
Eppure la sorpresa autentica di questo secondo round delle europarlamentarie è la vittoria – sì, è tutto vero: entra nella lista degli otto candidati – di Antonio Brunetto. Subentrato in extremis a Clementina Iuppa, l’ingegnere originario di Santa Teresa di Riva, ma ormai catanese d’adozione, ha fatto parlare di sé per il passato di baby-alfaniano svelato da La Sicilia. Alla vigilia del voto di ieri sono pure spuntate foto, tratte dai social e diffuse nelle chat degli ortodossi, di un non poi così vecchio “album di famiglia”. Che immortala Brunetto, oggi consigliere dell’Ordine degli ingegneri di Catania, nel suo passato di attivista universitario al fianco di Angelino Alfano, Pino Firrarello e Giuseppe Castiglione. Abile e arruolato, anche perché il regolamento grillino esclude dalle candidature soltanto chi è stato candidato, dal 2009 in poi, con altri partiti in competizioni elettorali. Lui, definito «un ex berlusconiano di ferro» dai suoi vecchi compagni d’avventura politica (fu eletto rappresentante al Cus con la lista dei Castiglione-boys), era un predestinato. «Antonio era una delle nostre migliori giovani promesse. Oggi è un bravissimo professionista. Ha grandi capacità di organizzatore e mi auguro possa diventare eurodeputato», era stato l’augurio dell’ex sottosegretario ed ex uomo forte di Forza Italia e Ncd. E il suo pupillo non ha tradito la “fiducia” riposta in lui: 743 preferenze, è salito sull’autobus che potrebbe portarlo a Bruxelles.
L’altra storia da raccontare sono le donne. In lista entra Matilde Montaudo. Storica attivista, molto apprezzata dai meetup più “tradizionali”, l’avvocata catanese corona il sogno di una candidatura di prestigio. Dopo aver perso al fotofinish la finalissima con Giovanni Grasso, scelto dai grillini catanesi come aspirante sindaco lo scorso anno e poi sconfitto alle urne. Montaudo ha lavorato molto nei contatti, non soltanto social ma anche reali, con le realtà pentastellate di tutta l’Isola, con una buona visibilità anche a occidente. Non oscurata dalla gaffe, nel video di presentazione alle europarlamentarie, in cui diceva: «Non ne possiamo più di burocrati che non fanno altro che attuare troika, perestroika, basta!». Sommersa dagli sberleffi social, l’ormai candidata alle Europee ha poi chiarito cosa volesse dire: un «parallelismo», volutamente usato per «porre l’accento su un concetto molto chiaro». E cioè: «Le regole che si stanno portando avanti in Europa oggi, stanno sortendo lo stesso effetto che ha avuto la Perestrojka di Gorbaciov nell’Unione Sovietica, ovvero stanno rischiando di attuare la dissoluzione dell’Europa». Una spiegazione convincente, almeno per i 1.254 attivisti che l’hanno votata su Rousseau.
Ma meglio ancora dell’avvocata catanese ha fatto un’altra collega (di toga e di attivismo) del Siracusano: Flavia Di Pietro, ex assistente parlamentare, fondatrice del meetup di Buscemi. L’avevamo annunciata come una delle “sorprese rosa” del secondo turno. E così è stato: con 1.312 voti è la terza in classifica, prima delle donne.
Stesso pronostico della vigilia confermato per Antonella Corrado, attivista di Sommatino: più volte in lizza per diversi seggi, ma questa potrebbe essere quella giusta. Così avevamo scritto. E così è stato. Nonostante i veleni e i dubbi, come rivelato da LiveSicilia, sulla sua “laurea specialistica” conseguita nel 2000 nella cittadina universitaria tedesca di Mannheim, nell’istituto “Abw Mannheim” del quale a oggi non vi sarebbe più traccia online. Un mistero che la diretta interessata chiarisce così: «Ho frequentato le scuole in Germania, dove ho vissuto per 25 lunghissimi anni, figlia di emigrati siciliani. Alla fine degli anni 90 portavo a termine i miei studi universitari, conseguendo una laurea specialistica in management aziendale e lingue straniere. 20 anni fa in Germania conseguivo un titolo equipollente ad una laurea italiana, messa a frutto con umile e duro lavoro nel campo specifico del management verso l’estero». Per poi riservare una stoccata a «persone prive di un volto e di scrupoli insinuano dubbi sul mio curriculum, in un mix di cattiveria e ignoranza». E conclude: «Evidentemente, la stoltezza di alcuni supera ogni immaginazione». Per dovere di cronaca, come evidenziato dal legale di Corrado, Massimiliano Musso, la laurea è regolare: «L’accademia esiste ancora, solo che ha cambiato nome nel 2004 dopo la fusione con altra università». Ma tutto è bene quel che finisce bene: laurea o no, anche lei è imbarcata nell’euro-battello del M5S fra Sicilia e Sardegna.
Fra i siciliani, i primi dei non “candidati” sono altri aspiranti ritenuti molto competitivi dai bookmakers grillini: il siracusano Costantino Messina (compagno della deputata agrigentina Rosalba Cimino), con 691 clic, a una trentina di passi dal traguardo e Daniela Morfino da Marineo, nel Palermitano, già esclusa misteriosamente dalle Parlamentarie 2018, che stavolta ci credeva davvero. Tanto da colorare la pagina Facebook con una foto della plenaria di Strasburgo sulla quale campeggia il suo nome.
Due candidati sardi completano l'”ottovolante” del M5S: Donato Forcillo (866 voti) e Anna Sulis (720).
Alla fine il risultato è matematicamente equilibrato per genere e geografia: quattro donne e quattro uomini, sei dalla Sicilia e due dalla Sardegna.
Come se la democrazia diretta, su Rousseau, fosse anche un algoritmo perfetto.
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