Eternit, nella mappa del rischio anche Priolo, Biancavilla e Milazzo
Eternit, nella mappa del rischio anche Priolo, Biancavilla e Milazzo
Il giorno dopo la setenza della Cassazione continuano le polemiche mente l’Eternit continua a mietere vittime: tanti i siti ancora da bonificare, alta l’incidenza di tumori dove è stato lavorato l’amianto
ROMA – La rabbia, e le lacrime, dei parenti delle vittime dell’amianto, il lutto cittadino a Casale Monferrato, le polemiche politiche sulla prescrizione e l’inchiesta bis della Procura di Torino, che indaga per omicidio volontario su 256 morti. Il giorno dopo la sentenza della Cassazione, che ha annullato la condanna a 18 anni del magnate elvetico Stephan Schmidheiny, il caso Eternit continua a far discutere. Mentre l’Eternit continua e mietere vittime. Nei siti italiani a rischio per l’inquinamento ambientale – i cosiddetti siti di interesse nazionale per le bonifiche (Sin) – è confermato un eccesso di incidenza per cancro pari al 9% negli uomini e al 7% nelle donne. In queste aree si registra, dunque, un eccesso di mortalità, ricoveri e casi di tumore, mentre nei luoghi dove vi è stata lavorazione dell’amianto aumentano i casi tumorali di mesotelioma pleurico polmonare. Da Casale Monferrato a Taranto, da Gela a Broni, si conferma insomma alto il rischio per la salute dei cittadini. È questo il quadro che emerge dall’ultimo aggiornamento disponibile del Rapporto Sentieri sugli insediamenti a rischio da inquinamento, finanziato dal ministero della Salute e coordinato dall’Istituto superiore di sanità (ISS). I siti Sin sono 44 in totale, ed in queste aree emerge un altro dato preoccupante: il rischio di mortalità è più elevato del 4-5% per i bambini tra zero e un anno di età. In generale, il Rapporto Sentieri evidenzia un eccesso di morti, ricoveri e tumori in tutti i Sin considerati, con un aumento in particolare dei tumori “da amianto”. Per il tumore della tiroide, ad esempio, in alcuni Sin sono stati rilevati incrementi per quanto riguarda sia l’incidenza (Brescia-Caffaro: + 70% per gli uomini, +56% per le donne; Laghi di Mantova: +74%, +55%; Milazzo: +24%, +40%; Sassuolo-Scandiano: +46%, +30%; Taranto: +58%, +20%) sia i ricoveri ospedalieri. Sempre grazie alle analisi dell’incidenza oncologica e dei ricoverati, inoltre, a Brescia-Caffaro sono stati osservati eccessi per quei tumori che la valutazione della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’OMS (IARC) del 2013 associa certamente (melanoma) o probabilmente (tumore della mammella e per i linfomi non-Hodgkin) con i PCB (policlorobifenili), principali contaminanti nel sito. L’incidenza di melanoma, infatti, rivela un eccesso del 27% e del 19% rispettivamente tra gli uomini e le donne, mentre i ricoveri ospedalieri per la medesima malattia fanno registrare un eccesso del 52% nel sesso maschile e del 39% in quello femminile. Ancora: eccessi per mesotelioma e tumore maligno della pleura si registrano invece nei Sin siciliani di Biancavilla (CT) e Priolo (SR), ma anche nei Sin con aree portuali (Trieste, Taranto, Venezia) e con attività industriali a prevalente vocazione chimica (Laguna di Grado e Marano, Priolo, Venezia) e siderurgica (Taranto, Terni, Trieste). Nel Sin di Porto Torres (SS), inoltre, si registrano eccessi di mortalità, incidenza oncologica e ricoveri per malattie respiratorie e tumore del polmone. In totale, in Italia circa 5,5 milioni di persone e un milione di bambini e giovani sotto i 20 anni di età risiedono nei 44 siti Sin studiati nel progetto Sentieri, e tra questi circa il 60% appartengono ai gruppi socioeconomici più svantaggiati.