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Eternit abbandonato per le strade di Catania

Eternit abbandonato per le strade di Catania è emergenza: rischio per la salute pubblica

Discariche di amianto: l’inciviltà dei cittadini e l’inerzia delle autorità

Di Cesare La Marca |

CATANIA – Rifiuti pericolosi abbandonati vicino ai cassonetti della spazzatura, lasciati da giorni all’aperto, esposti ad agenti atmosferici quali vento e pioggia che li rendono potenzialmente ancora più nocivi per la salute pubblica. Situazione d’emergenza anche per l’ambiente, che troppo frequentemente capita di vedere in città, sia nelle zone centrali che nei quartieri, da Monte Po a San Giovanni Galermo, da Cibali alla Scogliera, da San Cristoforo a Picanello. Per non parlare poi dei paesi etnei, dove le microdiscariche spuntano come funghi. Negli ultimi giorni l’emergenza si è registrata all’uscita di Catania, in zona Scogliera, all’inizio di via Aci Castello. Qui, accanto a un punto di raccolta della differenziata, sono state lasciate cataste di pannelli e coperture in eternit, vicino ai cassonetti.   Una situazione purtroppo diffusa, che deriva dall’irregolare abbandono di questo tipo di materiali – perlopiù in seguito a interventi di ristrutturazione edilizia – che invece dovrebbero essere trattati e spostati nel rispetto delle normative in materia, prima di essere smaltiti appunto come rifiuti speciali. In particolare, il rischio che particelle anche minime e per questo ancora più pericolose di amianto possano disperdersi nell’ambiente circostante è ancora più elevato se pioggia battente e vento esercitano la loro azione, come è avvenuto negli ultimi giorni. Tra l’altro Catania è una città ancora piena di eternit, sui tetti di capannoni, in vasche di raccolta dell’acqua, in tubi di scarico.   Essendo ormai riconosciuta e accertata scientificamente la potenziale pericolosità di eternit e amianto per la salute pubblica, non dovrebbe essere possibile così facilmente spezzare, frantumare, trasportare senza gli obbligatori accorgimenti e abbandonare in strada questo tipo di rifiuti pericolosi, eppure è quello che succede; così come tuttora succede per i materiali vari derivanti da interventi di manutenzione edilizia, magari di privati cittadini che con l’impresa di turno scelgono di “ammortizzare” in questa maniera il costo dei lavori. In questo caso con minore rischio per la salute pubblica, ma con un impatto comunque elevatissimo sulla sostenibilità e sui costi del servizio di raccolta rifiuti. Si tratta, insomma, di reati ambientali che in ogni caso – anche se con diverse conseguenze – ricadono più o meno pesantemente sulla collettività e sul servizio di raccolta già penalizzato da gravi carenze.   In tutto questo – mentre solo da pochi giorni la commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ha lasciato la Sicilia, dopo aver certificato una situazione di complessiva emergenza non solo a Catania – si attende ancora in città un giro di vite sui controlli che metta fine a queste gravi infrazioni, in particolare quando si parla di eternit e amianto.

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