CATANIA – È ancora al lavoro la Procura di Catania sul caso della morte di Nicole, la bambina con difficoltà respiratorie morta tre ore dopo essere venuta al mondo in un’ambulanza mentre era in viaggio per Ragusa per la mancanza di posti nelle Unità di terapia intensive prenatale degli ospedali del capoluogo etneo. Ci sono già i primi indagati, sui quali i magistrati mantengono il più stretto riserbo spiegando che «non si possono comunicare i loro nomi» perché prima «dovranno ricevere informazione di garanzia». E la Procura, guidata da Giovanni Salvi, ha lavorato tutta la domenica negli uffici del Palazzo di Giustizia. I magistrati stanno allargando il fronte dell’inchiesta, non limitandosi soltanto al drammatico caso del decesso. Al momento, infatti, le indagini sulla morte della piccola Nicole «sono divise in due ambiti». Da un lato l’individuazione delle responsabilità dirette nel decesso. E tra queste, «anche ipotesi omissive relative a comportamenti che possano aver contribuito all’evento per l’individuazione dell’unità di rianimazione, in relazione alle informazioni ricevute circa le condizioni critiche in cui versava la bambina». Ma non solo. La Procura guarda con attenzione anche «alla valutazione di responsabilità per omissione con riferimento alla messa a disposizione delle unità di rianimazione neonatale, alle segnalazioni di insufficienza di quelle funzionanti, alla previsione di meccanismi atti a far fronte ad emergenze nella situazione data». Da un primo riscontro dalle indagini della polizia di Stato e Giudiziaria è emerso che «le caratteristiche dell’ambulanza» che ha curato il trasporto di Nicole da Catania all’Utin dell’ospedale di Ragusa «sono risultate idonee» e «il mezzo è stato presidiato da medici rianimatori». Per il resto occorrerà attendere l’esito dell’autopsia. Domani sarà conferito incarico di consulenza tecnica medico legale a un anatomopatologo, un ginecologo e ad uno specialista di neonatologia e rianimazione. Il sindaco di Catania Enzo Bianco chiederà alla Giunta che il Comune si costituisca parte civile nell’eventuale processo contro i responsabili di quella che ha definito «una tragedia indegna di un Paese moderno, la morte di una neonata per via di una serie di ritardi e dopo che in città non erano stati trovati posti in Unità di terapia intensiva neonatale». Il sindaco, che ha oggi sentito i genitori della bimba e li incontrerà nei prossimi giorni, ha sottolineato l’importanza del fatto che «tutta la città chieda conto delle sue azioni a chi ha consentito che una neonata potesse morire a poche ore dalla nascita». Intanto stamattina i nonni materni di Nicole sono andati all’obitorio dell’ospedale “Paternò-Arezzo” di Ragusa per «dire una preghiera sulla salma» e potere «idealmente abbracciarla». La famiglia chiede che «sia fatta giustizia sulla vicenda», ma anche il rispetto della privacy. La mamma della piccola, Tania Elena Egitto affida, ancora una volta il suo pensiero a Facebook, con un messaggio inviato virtualmente alla sua bambina, che ieri sarebbe dovuto rientrare a casa: «Io e tuo papà non avremmo dovuto dormire per cullare te, darti da mangiare, cambiarti il pannolino… ». Invece, aggiunge «abbiamo pianto quasi tutta la notte per poi addormentarci un po’ con la tua camicetta in mezzo a noi». «Io e il tuo papà – chiosa – avevamo bisogno di te più di chiunque altro.. e adesso non riusciamo a consolarci… è troppo difficile, è un vuoto troppo grande… ». Intanto arriverà domani mattina a Catania la task force che il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha inviato in Sicilia per chiarire tutti gli aspetti della morte della piccola Nicole. Alle 11, ci sarà un incontro nella sede del Nas: carabinieri e ispettori confronteranno i primi dati raccolti. Il ministro, dopo la richiesta dell’assessore alla Salute Lucia Borsellino, ha disposto che alla riunione possano partecipare anche i funzionari della Regione Siciliana. Gli “007” del ministro Lorenzin, stanno lavorando su 5 criticità. Stabilizzazione della neonata; requisiti della clinica; adeguatezza del mezzo di soccorso per il trasferimento; protocolli di comunicazione tra clinica e 118, gestione dei posti-letto nelle Unità di terapia intensiva neonatate e in quelle di sub-intensiva. Prima del summit, sono previsti sopralluoghi nelle strutture a vario titolo legate al caso (la clinica etnea “Gibiino”, le cinque Utin di Catania e Siracusa in cui non s’è trovato posto per la neonata, la centrale operativa del 118), poi l’acquisizione di atti medici e burocratici, infine colloqui riservati con dirigenti e medici. Un lavoro silenzioso, con risultati ritenuti «eloquenti» da chi ha letto le prime carte.