“Una riflessione sulla vecchiaia e il potere”. Così ha definito la regista Emma Dante sua versione di Eracle, la tragedia in questi giorni in scena Siracusa per la stagione degli spettacoli classici dell’Inda. Invitata dal Disum, il Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania e da Officine Culturali, la regista ha parlato del suo teatro ribadendo come l’arte non sia un territorio in cui si possa negare qualcosa o in cui possano intervenire censure, ed ha rivendicato la sua libertà di scelta, anche di fronte alle critiche mosse alla tragedia di Euripide messa in scena con attrici donne anche nei ruoli maschili.
“Le polemiche è giusto che ci siano – ha dichiarato – la scelta dei ruoli interpretati tutti da donne non è una presa di posizione contro qualcuno e secondo me non ci si dovrebbe nemmeno soffermare così tanto su questo aspetto, i grandi personaggi sono scritti nella storia e la storia è scritta dagli uomini, io ho voluto esaltare la donna. Il pubblico si è diviso come sempre, ma va bene, il disturbo, il fastidio, fa parte del gioco”.
L’incontro di stamane, che ha fatto registrare una grande affluenza di pubblico nello spazio del Coro di notte dell’ex monastero dei Benedettini di Catania, era inserito nel calendario del Maggio dei Libri organizzato da Officine Culturali in collaborazione con l’Università e con il Comune. Hanno parteciperanno le studiose Anna Barsotti (Università di Pisa) e Monica Centanni (Università Iuav di Venezia), Stefania Rimini, (Disciplina dello spettacolo Università di Catania) . Presenti anche Francesco Mannino, presidente di Officine Culturali e Marina Paino, direttrice del Disum, il Dipartimento di scienze umanistiche.