Ebola, quadro clinico impegnativo per il medico catanese di Emergency

Di Redazione / 04 Dicembre 2014

ROMA – I prossimi giorni saranno quelli decisivi per capire quale sarà l’evoluzione delle condizioni del “paziente zero” italiano per il virus Ebola. È quanto lascia intendere Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani dove il medico italiano di Emergency colpito dal virus in Sierra Leone è ricoverato dallo scorso 25 novembre. La prudenza, tuttavia, è d’obbligo, ed è al momento impossibile fare delle previsioni.
Oggi, le condizioni del medico sono riportate come «quadro clinico impegnativo, con ricomparsa di febbre». Ma l’andamento “altalenante” del quadro clinico è anche, in parte, tipico delle malattia da virus Ebola. In questo momento, spiega Ippolito, “procediamo con il piano delle cure, che è quello programmato. Oggi siamo alla decima giornata dal ricovero ed è stato predisposto un piano terapeutico per due settimane».
 
I prossimi giorni, dunque, saranno decisivi e si dovrebbe avere un quadro più chiaro dell’evoluzione della patologia. Ma, in ogni caso, la task force ha ancora delle “armi” da poter utilizzare: «Esiste ancora qualche opzione terapeutica che è possibile considerare». Tuttavia, Ippolito spiega che «tutto va valutato in base alle condizioni del paziente, ed al momento è ancora troppo presto per decidere».
 
D’altro canto, il piano terapeutico per il paziente zero italiano è deciso anche avvalendosi dell’apporto di esperti internazionali coordinati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, proprio per mettere in campo le migliori opzioni. In questa situazione ancora complicata, il paziente, rileva Ippolito, «ce la sta mettendo tutta, ed ha un atteggiamento positivo. Lo stesso grande impegno di un personale sanitario eccezionale».
 
La storia degli altri occidentali sopravvissuti a Ebola indica come i tempi della malattia siano variabili: al momento, su 22 operatori rimpatriati in Occidente, 11 sono guariti, 5 sono deceduti e gli altri sono ancora in trattamento. Alcuni dei pazienti ora guariti hanno avuto un periodo di evoluzione della malattia anche di tre settimane. Ma particolarmente indicativo è il caso di un medico infettato da Ebola, rientrato in Germania lo scorso 3 ottobre e ancora in trattamento. Ciò evidenzia, risponde Ippolito, che la malattia «può protrarsi ed i tempi di evoluzione possono essere diversi».

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