Palermo – Lo scontro oggi si consuma a distanza. Tra Catania e Palermo. Il sottosegretario alla Salute Davide Faraone, da Catania dove ha partecipato ad un incontro, le manda a dire al presidente della Regione Rosario Crocetta. «Voi ancora vi appassionate a discutere di questa legislatura, per me è il passato. Rottamata. Chiusa. Non mi interessa più. Giornali, TV, cronaca politica regionale ogni volta salto la pagina, cambio canale. Noi ormai guardiamo avanti, dobbiamo abbandonare il girello, togliere le zavorre e correre».
«Bisogna soltanto fissare subito la data delle primarie e pensare al futuro – aggiunge l’esponente del Pd di area “renziana” – chiudere in fretta con una stagione che è meglio lasciare alle spalle. Intanto tiriamo fuori idee, lunedì saremo con De Vincenti a Siracusa, stiamo realizzando aree libere dalle tasse in Sicilia, per stimolare gli imprenditori ad investire e a creare occupazione. Il confronto con l’Europa è aperto».
La replica del governatore non si è fatta attendere: «A Davide Faraone voglio ricordare che né lui né i suoi amici sono stati garantisti. Io lo sono stato sempre. Quando uscì la finta intercettazione su Matteo Tutino pubblicata da «L’Espresso», fu proprio Faraone alle 8.30 del mattino a lanciare la prima nota di massacro nei miei confronti, chiedendo le mie dimissioni e a seguire ovviamente tutti, avendo dato Faraone una rappresentazione falsa di quei fatti. Faraone non mi ha mai chiesto scusa, neppure in privato». «Voglio dire a Faraone – continua – che è inutile buttarla in politica. Richiedo un chiarimento pubblico; le linee che noi scegliamo per gli appalti devono servire a proteggere le piccole e medie imprese e l’occupazione, contrastando le politiche di monopolio su appalti e acquisti in Italia che oggi vedono coinvolta una stazione appaltante dello Stato come la Consip, che ho sempre denunciato. Voglio dire a Faraone che il problema non è l’assessore Alessandro Baccei, ma lui stesso».
«Il tema è che Faraone si è inserito pesantemente dentro la linea del governo regionale presente, imponendosi ai suoi uomini. E questo – osserva Crocetta – non è consentito. Faraone ha fatto finta di non essere al governo, ma ha esercitato un’illegittima ingerenza sui suoi assessori, cosa che non è accettabile, facendo finta di fare opposizione. Un giano bifronte che si avvale delle leve del potere per nominare consulenti, gabinettisti, dare incarichi di sottogoverno, senza assumersi alcuna responsabilità».
«Non faccia il difensore di Baccei. La partita tra me e Baccei è amministrativa e non politica e verrà chiarita in autonomia con l’assessore. Ho apprezzato oggi che l’assessore ha revocato quegli incarichi. Faraone è un finto: predica l’uscita dal governo e ci sta dentro godendosi solo benefici e scaricando a me tutti i problemi. Baccei è un mio assessore, lo lasci lavorare e non gli proponga Consip nazionali. La Regione è autonoma e non accetta cappelli da Roma. Ma tu, Daviduccio, lascia in pace Baccei e fallo lavorare», conclude il governatore.