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Dopo «Napoli velata», Ferzan Ozpetek “svela” anche Palermo con «Dea Fortuna»

Di Redazione |

PALERMO – Dopo Napoli velata, c’è all’orizzonte di Ferzan Ozpetek un nuovo film che questa volta “svelerà» Palermo dove saranno girate alcune scene. La Dea Fortuna, con un cast di attori molto cari al regista turco, come Stefano Accorsi, Edoardo Leo, Jasmine Trinca e Serra Ylmaz. Ad annunciarlo, in un’intervista al Giornale di Sicilia, è lo stesso Ozpetek che questa sera parteciperà a un incontro ai Cantieri culturali alla Zisa, organizzato dalla Fondazione Belisario, seguito dalla proiezione delle versione restaurata de Le fate ignoranti, mentre domani riceverà nel Palazzo del rettorato la laurea Honoris Causa in «Scienze dello spettacolo” dal rettore dell’università di Palermo Fabrizio Micari e la cittadinanza onoraria dal sindaco Leoluca Orlando.

«Palermo – spiega – è una città che amo molto. Sono venuto spesso e l’anno scorso le mie amiche Giulia e Marcella (la giornalista Giulia Noera e l’imprenditrice Marcella Cannariato ndr) mi hanno portato in giro proprio con l’intenzione di mostrarmi i luoghi più cinematografici. Sono rimasto travolto dallo splendore dei palazzi decadenti, da certi angoli, certe strade, certa luce: Palermo è una bellissima donna segnata dalle rughe, sfregi del tempo che passa, e la sua millenaria cultura si intuisce da mille sfumature. Allora, visto che nel mio film c’è una parte da girare a sud, l’ho scelta».

La decisione, sottolinea il regista, è stata presa prima di questi riconoscimenti che tuttavia accetta con piacere: «Trovo meraviglioso ricevere la laurea e la cittadinanza, ne sono orgoglioso: essere un uomo del sud è ciò che più desidero al mondo. La prima volta che sono venuto in Sicilia, parliamo dell’inizio degli anni ’90, appena sbarcato in aeroporto a Palermo con Ricky Tognazzi, entrai in una pasticceria e rimasi folgorato dalla varietà di dolci, ma anche di salato: pensai subito che a tale assortimento non potevano non corrispondere secoli di civiltà e cultura alle spalle».

Il regista ammette di essere stato stregato non solo dal cibo ma anche dai luoghi di Palermo: «Lo Spasimo con la sua semplicità e la Cappella Palatina con la sua ricchezza. Gli antichi edifici, l’arte, la natura in Sicilia sono ovunque ma per me al primo posto vengono i siciliani. Amo il lato umano della gente, soprattutto quella del sud e sono convinto che siano le persone a fare i luoghi. Palermo, ma anche Catania, Napoli, Lecce: la vera cultura italiana è quella del sud».

Cosmopolita, figlio di una famiglia laica e colta della buona borghesia, nipote di due pascià, una retrospettiva a lui dedicata al Moma di New York, Ozpetek all’Italia è legato ormai da un senso di appartenenza, ma torna in Turchia quando ha nostalgia degli yali, le case affacciate sul Bosforo, o dei profumi di Istanbul. Lui che ha conosciuto lo scontro tra culture diverse, greci, armeni, cristiani e musulmani, è cresciuto in un ambiente laico e intellettualmente aperto, “mentre oggi – osserva – avanzano le chiusure, percepisco nervosismo e aggressività, trattiamo male perfino gli animali. Dovremmo imitare i bambini, prima che il loro sguardo venga catturato dal mondo degli adulti».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA